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The Concert for Bangladesh

Regia di Saul Swimmer vedi scheda film

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La recensione su The Concert for Bangladesh

di mm40
6 stelle
George Harrison, Bob Dylan, Ringo Starr, Eric Clapton, Ravi Shankar e tanti altri, tutti riuniti sul palco del Madison Square Garden di New York per una nobile causa: raccogliere fondi a favore del Bangladesh.
 

Allo scioglimento dei Beatles (1970), come è abbastanza noto, non furono i più celebri e più artisticamente quotati John Lennon e Paul McCartney a salire agli onori della ribalta per primi, come solisti: a sorpresa quello che piazzò i primi successi in classifica fu invece Ringo Starr, mentre a George Harrison spettò la non indifferente soddisfazione di pubblicare due tripli album nel giro di due anni e di organizzare il primo concerto di beneficenza che la storia della musica ricordi. Nell'estate del 1971, pressato dalla terribile situazione di emergenza in Bangladesh, il chitarrista chiamò a raccolta un nugolo di amici per mettere in piedi The concert for Bangladesh, evento magistrale che avrebbe dovuto raccogliere fondi per il Paese asiatico in difficoltà. Del progetto facevano parte anche la pubblicazione di un disco (il secondo dei tripli sopra citati, mentre il primo era il magnifico All things must pass) e della videoregistrazione della performance; tutto procedette alla perfezione - a parte le defezioni di John e Paul, ma come si è visto non causarono poi un grosso danno d'immagine all'evento - fino a che il governo inglese chiese a Harrison di versare una sostanziosa quota di tasse per i proventi del concerto: un totale nonsense e un grave danno alla raccolta fondi. Ma quella che racconta questo film è solo la storia del palco, anzi le storie del palco, sul quale si sono avvicendati fra gli altri Harrison e Starr, Eric Clapton e Bob Dylan, Leon Russel, Billy Preston e Ravi Shankar con i suoi musicisti indiani in apertura dello show. A parte una dichiarazione di George Harrison in conferenza stampa e qualche immagine della popolazione del Bangladesh in ginocchio, tutto confinato nei primissimi minuti del film, le riprese riguardano solamente lo spettacolo: avvincente, emozionante, con una buona lista di hits in scaletta, fra le quali anche Jumpin' Jack Flash dei Rolling Stones eseguita da Russell. 6/10.

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