Regia di Andrew Niccol vedi scheda film
In un futuro iperconnesso, i ricordi sono archiviati e condivisi in file. L'ispettore Sal (Clive Owen) indaga su una serie di omicidi. L'assassino sembra esser un hacker scaltrissimo, capace di scalfire l'algoritmo comune modificando i singoli file e deviando così le indagini.
Fantascenza ed horror, pensateci bene, il passo é sottile, la comunione dei generi è dietro l'angolo.
Ed è davvero spaventoso il futuro immaginato da Niccol: relazioni umane ridotte ad un algido scambio di dati (che trova riscontro in una messa in scena scarna di colori, - e quindi di emozioni- gelida, virata tutta al grigioblu) nulla di più, una gigantesca ed enorme rete wifi mondiale, all'interno della quale è possibile condividere e scambiare informazioni e dati seduta stante, tutto ciò che si vede e ciò che si ricorda, facendo polpette di qualsiasi idea di privacy.
La mercificazione dello sguardo passa attraverso l'appropriarsi del ricordo di qualcun'altro , gesto brutale e prepotente; nel film dovrebbe servire a stabilire l'oggettività della verità , come no. Che succede se il sistema invece svela un buco, una falla?
Un hacker che si fa chiamare Anon, si rende invisibile ai server, taglia e cuce i ricordi altrui, manipola la realtà , distorce la percezione. Soprattutto è in grado di vedere ciò che vedono le sue vittime. Come combatterlo? Niccol non risponde ne propone una soluzione: la vita e la morte sono solo un flusso di dati impossibili da gestire, ai quali non siamo in grado di dare ne ordine ne spiegazione. Cosa possiamo fare allora? Possiamo solo scegliere cosa vogliamo far vedere di noi. In fondo è l'unica libertà che ci resta.
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