Regia di Robert Benton vedi scheda film
Anti-western ambientato nel 1863, ma come immaginario da 'vagabondi', molto vicino all'era della Grande Depressione. Antieroico, disilluso, laido, deprimente, altri aggettivi per descrivere questa pellicola? Si, malinconico, infatti fin dalle prime sequenze si percepisce una malinconia di fondo amara e affascinante (tipica delle rivisitazioni del periodo), che si fonde con l'Autunno nelle immense praterie americane. Dunque l'ambientazione è insieme alla stagione uno strumento 'poetico' che Benton, all'esordio, miscela con bravura in un plot dalle componenti simboliche chiare. Si parla di diserzione nel passato tuttavia il bersaglio è la guerra del Vietnam nel presente (siamo nel 1972)... Poi se ci mettiamo anche la misera condizione umana, il confine sottilissimo fra male e bene e la banalità rivisitata del mito western, l'obbiettivo è raggiunto. Bad Company rivisto ora, lascia il pensiero che un po' di maniera qua e là sia presente (il fermo immagine finale non so perché ma me lo aspettavo...), però è una questione di poter vedere un'opera nel momento stesso della sua realizzazione e non dopo 40 anni, se no il discorso diventa molto più complesso nel dover ricreare delle sensazioni... Dunque onore a Benton per una carriera partita subito con il piede giusto e con un cast di gran talento.
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