Regia di Robert Benton vedi scheda film
L'unico pregio di questo film è che è ben diretto. Proprio l'unico. Infatti è fluido, scorrevole, mai noioso, e ben recitato, e la regia per un film è forse l'elemento principale. Il resto, però, per me è stata una delusione. I personaggi, infatti, mi sono tutti più o meno antipatici, e li ritengo anche mal definiti. Non si capisce che carattere e personalità abbiano i due ragazzi protagonisti. Pare che oscillino tra il bene e il male, ma lo fanno in modo sconfuso e sconclusionato, e senza alcun percorso morale. Un altro elemento che non mi è chiaro è dove voglia andare a parare il film, e quale sia il suo messaggio (se ne ha uno). Forse è mostrare come un bravo ragazzo, ma già ambiguo in partenza, diventi un criminale. Ma anche questo mi pare un discorso sfocato e generico.
Quindi pare che la colpa sia della sceneggiatura. Lo sceneggiatore è lo stesso di "Gangster Story" di Arthur Penn, che però è un gran film. Già in quello, comunque, si notava un pessimismo piuttosto evidente sull'America e sugli americani, e già là si parlava di una criminalità espressione di un futile ribellismo giovanile. Qui il pessimismo è ancora più pronunciato, ed è diventato una specie di spensierata e quasi ridente disperazione. La violenza e il male sono banali e normali, l'amicizia non esiste, neppure la solidarietà tra furfanti, lo Stato e il potere sanno solo impiccare.
Diversi film successivi di Robert Benton mi piacciono, ma questo proprio no. Si direbbe che il regista avesse dentro un qualche rancore quando lo girò. E poi l'abilità tecnica non mi basta, se il contenuto mi risulta così sgradevole e imbastito male.
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