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Tonya

Regia di Craig Gillespie vedi scheda film

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La recensione su Tonya

di genoano
6 stelle

Ambizioso triplo axel cinematografico (dramma biografico, farsa, satira sociale) riuscito sino a un certo punto: buono nelle interpretazioni, nella colonna sonora, nella ricostruzione del periodo, ma penalizzato dalla durata esagerata e da alcuni svarioni di registro. Voto 6.

Ascesa e cadute (rovinose) di Tonya Harding, controversa stella del pattinaggio trasformatasi quasi in buco nero dopo un imbarazzante e inqualificabile episodio di slealtà. Una sceneggiatura ambiziosa ma dispersiva trascura il dramma sportivo per dedicarsi profusamente alla biografia dell'atleta, dall'educazione crudele similsiberiana (ma in Oregon), alla tormentata, quasi impossibile, convivenza col marito. Gillespie imposta il film come una commedia nera ritmata e amorale, con una spregiudicata narrazione dei fatti in prima persona, inseguendo l'inarrivabile modello-Scorsese: grosso errore. La protagonista del film è una sportiva, vive in un mondo ben diverso da quello dei "bravi ragazzi" affiliati alla mala o dei lupi della finanza criminale; quel modo di raccontare cinico e senza freni in cui gli eccessi e la violenza sono considerati normali, pienamente intonato al contesto dei film del maestro newyorkese, qui risulta forzato e fuori luogo, solo apparentemente brillante; anzi, vedere scene di violenza domestica e di crudeltà distruttiva, in cui non c'è proprio niente da ridere, tanto più pensando che si basano su fatti reali, accompagnate da musiche incalzanti e da toni farseschi, è perlomeno disturbante. Bravi gli interpreti: la bella Margot Robbie rende bene la grinta di Tonya, meno la fragilità, e tutto il resto del cast è in palla e assai somigliante ai protagonisti della vicenda, che a un certo punto assume, complici il gelo, la stupidità dei gesti compiuti, e l'amoralità dei personaggi, toni alla "Fargo". Ciò che funziona di più è la satira sociale, che sembra volerci dire, con un'azzeccata scena finale, che in America la società non aiuta i suoi figli, la famiglia spesso li abbandona, perciò chi vuol sopravvivere deve contare solo sulle proprie forze, senza perdersi d'animo; in questo senso la Tonya ritratta nel film è, tutto sommato, la vera eroina americana, perchè sa combattere, rialzarsi ogni volta che cade, e andare avanti, con le buone o con le cattive, e con un bel po' di faccia tosta : non l'eroina di quell'America da favola che esiste solo nella fantasia (e nell'ipocrisia, la stessa con cui il membro della giuria le spiega che è brava ma non la fanno vincere perchè non rappresenta il loro ideale), ma di quella, ben più prosaica, che si confronta con la realtà. 

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