Regia di Craig Gillespie vedi scheda film
Ma sono l'unica a cui questo film non è piaciuto? Sarà perché le storie squallide non mi piacciono, soprattutto quando sono reali e tanto meno se americane. Infatti si tratta principalmente di un ritratto dello squallore di certa provincia americana, che già in più occasioni è stata rappresentata al cinema e questa non è altro che un'ennesima variante, in cui il pattinaggio ha solo un ruolo marginale. Una storia triste, squallida, ma soprattutto molto americana, lo si nota pure dal modo in cui vengono presentate le competizioni e da come vengono considerate le pattinatrici e lo sport in genere.
Non ho apprezzato neanche il modo in cui è stato girato il film, nella sua concezione semi-documentaristica con la storia intervallata dalla recitazione da parte degli attori di quelle che furono interviste reali. E in più ho trovato molto fastidiose le riprese della telecamera che segue letteralmente l'atleta sul ghiaccio, anche se capisco che probabilmente l'intenzione era di concentrare l'attenzione più sulla persona che sul gesto atletico. L'unico pregio che si può trovare al film è di non assumere una posizione netta in questa controversa vicenda, ma presentare i vari punti di vista dei personaggi coinvolti, tanto che c'è un momento in cui si arriva quasi a compatire persino Jeff, se si prende per buona la sua versione dei fatti, finché non ci viene ricordato quale arrogante violento sia.
Personalmente, ho trovato un po' irritante quando alla fine Tonya Harding, nonostante i suoi difetti, appare come una vittima, perché proprio nell'anno in cui a diversi atleti russi è stato impedito di partecipare alle Olimpiadi senza alcuna colpa, non riesco a provare pietà per degli americani. So che non ha niente a che vedere con questa vicenda, ma è proprio a loro che il mio pensiero è tornato nell'ultima parte del film.
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