Regia di Craig Gillespie vedi scheda film
Non conoscevo la storia di Tonya Harding prima di vedere il film. Da quel poco che ne ho letto, credo che la pellicola ne dia una rappresentazione fedele: si tratta di un film biografico introdotto da interviste ai vari personaggi al giorno d'oggi, che ogni tanto interrompono il flusso della narrazione per conferire alla pellicola un aspetto da docu-fiction. La Harding ne viene fuori come una donna sfortunata, prima vessata da una madre tirannica, poi da un marito manesco che lascia e riprende più volte, e anche sul famoso scandalo che decreterà la fine della sua carriera agonistica il film si mantiene cauto, dando le colpe più al marito e ad un suo complice idiota che alla Harding. Diretto dall'australiano Craig Gillespie, il film ha una regia piuttosto dinamica, con un montaggio che rende bene le scene di competizione sportiva e conferisce un ritmo abbastanza vivace, anche se questo non riscatta del tutto alcune debolezze della scrittura che si avvertono sia nel rapporto col marito, a tratti alquanto inverosimile, sia in altri momenti intimi del personaggio. Gillespie è il regista di cui parecchi anni fa vidi "Lars and the real girl" con Ryan Gosling, e pur non essendo un regista di cui conosca il percorso dimostra che la stoffa del mestiere ce l'ha anche nella direzione degli attori: l'australiana Margot Robbie si conquista una nomination all'Oscar con un'interpretazione energica e accattivante, Allison Janney riesce ad aggiudicarsi la statuetta come attrice non protagonista con una prova infallibile su un personaggio che non scade mai nella caricatura, e il rumeno Sebastian Stan pur non reggendo il confronto con loro ha buoni momenti nel rendere l'isteria del marito di Tonya. Un film con intenti divulgativi, quindi, che si può vedere per conoscere una storia fuori dall'ordinario che è stata resa con apprezzabile impegno dal regista e un contributo importante da parte del cast.
voto 7/10
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta