Regia di Craig Gillespie vedi scheda film
La vita della pattinatrice a stelle e strisce Tonya Harding narrata in prima persona da lei stessa e da chi l’ha conosciuta più da vicino. Fin da bambina vero prodigio del pattinaggio su ghiaccio e da sempre vittima di un carattere ancora più indurito dalla presenza di un madre ingombrante che per farla allenare spese ogni dollaro che guadagnava.
La figura di Margot Robbie pare ancora più inscalfibile di quella della vera Tonya Harding, lo scricciolo - pochi centimetri oltre i 150 – di Portland. Carattere ribelle e sguardo perennemente in camera per tentare di convincere il pubblico che la colpa della quale si macchiò – l’aggressione ai danni di Nancy Kerrigan – fosse frutto di una situazione personale difficile, per non dire impossibile, da sostenere, a causa dell’assenza di una famiglia d’origine sgretolatasi quando ancora era molto piccola e sostituita da una madre violenta e irascibile che la opprimeva con richieste di estenuanti allenamenti ai quali seguivano litigi interminabili. Una madre poi abbandonata per un marito altrettanto manesco e schizofrenico.
Proprio in questo si cela la vera essenza della pellicola del regista Craig Gillespie, il quale decide di narrare la vita della Harding senza soffermarsi eccessivamente sul caso Kerrigan, ma tramite le sue parole e con l’aiuto di alcune vecchie interviste e filmati di repertorio, rigirati per l’occasione con il cast al completo. Aggiungendo a questo finto documentario l’interruzione delle scene con il dialogo in camera fra attori e pubblico. Quella alla quale si assiste è alla fine una pellicola difficile da incasellare in un solo genere. Non si può infatti definire come semplice genere sportivo, perché prima di tutto siamo al cospetto di uno spaccato della sterminata provincia Americana. Da qui si passa velocemente a un tono più ironico fatto di sorrisi a denti strettissimi, a causa proprio di quel dramma nel quale lentamente scivola, sin dalla tenera età, la vita di una persona votata al sacrificio ma anche all’autodistruzione. Oscar meritato per l’interpretazione di Allison Janney nel ruolo di LaVona Harding, madre di Tonya. Splendida la colonna sonora in bilico fra successi degli ‘80ies e l’heavy metal tanto apprezzato dalla ‘piccola’ Harding. Da vedere come un piccolo gioiello di una storia che venti anni or sono fece molto scalpore.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta