Regia di Boris Sagal vedi scheda film
Robert Neville (Heston) sfreccia a bordo di una decappottabile rossa fiammante per le strade di una Los Angeles deserta, occhiali da sole e fucile mitragliatore vaga per la città padrone di un territorio ormai morto, di giorno il suo compito è quello di trovare provviste ma soprattutto di individuare il covo segreto di Matthias (Anthony Zerbe), leader di una setta di mutati denominata Famiglia.
Il mondo del resto è “andato avanti” e Neville è ormai l’ultimo uomo sulla terra dopo una terribile guerra batteriologica che ha sterminato il genere umano, trasformando i pochi sopravvissuti in mutati che soffrono la luce e per questo si muovono e cacciano solo di notte.
Nonostante un destino che sembra ormai segnato il nostro protagonista non demorde e continua a vivere barricato nella sua vecchia casa trasformata in una specie di bunker, di notte infatti viene ripetutamente attaccato dagli adepti di Matthias, che bramano la morte di Neville in quanto ultimo rappresentante del vecchio mondo, un mondo che in nome dello sviluppo e della proliferazione delle armi si è autodistrutto.
The Omega Man è il secondo adattamento in ordine di tempo del romanzo cult di Richard Matheson (Io sono leggenda), Boris Sagal coadiuvato alla sceneggiatura dalla coppia John e Joyce Corrington si discosta nettamente dal libro per dare una lettura più personale e in linea con il periodo storico e le rivoluzioni sociali del tempo.
Il regista punta molto sull’azione e sulla fisicità di un Charlton Heston sempre efficace in ruoli da combattente indomito, l’attore ci presenta un Robert Neville dalla doppia anima, da una parte il killer spietato e dall’altra il medico benevolo in cerca di una cura, inutile dire che Heston da il meglio di se quando può impugnare le armi e sparare senza pietà sui nemici vestiti di nero, ma ben resa è anche l’alienazione e forse la follia di un uomo che vive da anni senza nessun contatto umano, che vaga come un fantasma per la città deserta e che gioca a scacchi con un busto di Giulio Cesare.
Heston ovviamente fagocita il film, che si sviluppa interamente sulla sua dominante presenza in scena, la parte action è predominante a discapito di un approfondimento psicologico dei personaggi e questa mancanza penalizza soprattutto Matthias e i suoi adepti che come cattivi risultano abbastanza fiacchi, oltre che presentati con un look che oggi appare decisamente datato e forse pure un po’ ridicolo.
Nella seconda parte il film si distanzia ancor di più dal romanzo di partenza, l’entrata in scena del personaggio di Lisa (Rosalind Cash) e della piccola comunità di sopravvissuti fornisce lo spunto per l’immancabile siparietto sentimentale (love story interrazziale figlia del tempo) e per una visione della storia decisamente meno pessimista, Sagal insomma sviluppa la sua storia decidendo di dare una speranza al genere umano (ma ci sarà un prezzo da pagare) stravolgendo di fatto il senso dell’opera di Matheson.
Da amante del romanzo una scelta del genere non può che infastidirmi, detto questo il film si lascia ben vedere nonostante l’evidente peso degli anni (che si sentono tutti), The Omega Man alla fine è un discreto post-apocalittico che si tiene a galla grazie alla prova da macho di Heston, ad alcune buone sequenze girate da Sagal e ad una buona colonna sonora firmata Ron Grainer.
Nonostante il clamoroso divario tecnico che separa questo film dall’ultimo adattamento firmato Francis Lawrence con Will Smith protagonista (Io sono leggenda - 2007), io continuo a preferire il film di Sagal che pur con difetti evidenti ha una sua precisa dimensione e diverte ancora, mi manca invece il vecchio film di Ragona con Vincent Price (L’ultimo uomo sulla terra - 1964) ma spero di recuperarlo quanto prima.
Voto: 6.5
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