Regia di Lucky McKee vedi scheda film
Lucky McKee, uno dei più sottovalutati registi horror, dallo sguardo fiabesco e gotico, sterza verso una sorta di crime story ambientata nella natura selvaggia che abbraccia l’Ocoee River in Tennessee. Si allontana quindi dal suo genere di riferimento e dalla materia narrativa a lui più congeniale, per esplorare un nuovo territorio fatto di altre traiettorie, assenza del fantastico e della mostruosità, un’introspezione psicologica meno incisiva e di contro una presenza più massiccia di pura azione. Il risultato purtroppo non è soddisfacente come i suoi titoli horror, data una certa verbosità, un’assenza di moduli narrativi efficaci e di conseguenza indugi e lentezze varie che fanno scricchiolare l’impianto survival e quello prettamente crime. Resta comunque una pellicola mediamente godibile che, ispirandosi in certa misura a Un tranquillo weekend di paura (John Boorman, 1972), affronta quello che forse è il tema centrale della filmografia di McKee, ovvero, la femminilità adolescenziale con le sue turbe.
La protagonista è Willa Fitzgerald, già perfetta scream queen in Scream: The Tv Series (Beattie, Blotevogel, Dworkin, 2015-2016), bella presenza virginale del biotipo pure white, algida e dallo sguardo ambiguo che in Misfortune non sarà magari una vera adolescente, ma pur sempre una ragazza molto giovane alle prese con il suo lato più scuro: l’avidità.
John Cusak è un rapinatore che dopo un colpo di cui non sappiamo nulla, atterra nella wilderness dell’Ocoee River con quattro borsoni pieni di dollari che cadendo in acqua prendono il corso del fiume e raggiungono tre amici in gommone: Willa Fitzgerald, Ellar Coltrane e Jacob Artist. I due ragazzi sono tra loro migliori amici, Willa invece è da sempre nei sogni di Ellar, ma la giovane rampante, pur avendo con Ellar un rapporto quasi di fratellanza, non nasconde la sua attrazione animalesca per l’amico afroamericano, generando così una tensione triangolare che oltre a innervare la prima parte del film fino alla scoperta del bottino che fluttua in una insenatura, prepara anche il territorio per i colpi bassi e le canagliate che i tre si faranno a vicenda pur di sopravvivere e tenersi i soldi – salvo Ellar Coltrane, di tutt’altra etica.
Dal canto suo John Cusak, interpreta un rapinatore che davanti all’avidità della Fitzgerald e alla passività dell’amico afroamericano che pende dalle sue labbra, ci risulta un personaggio simpatico per il quale si fa il tifo fino alla fine. Ma il buon Lucky McKee sa come disturbare i nostri sogni e sterzare bruscamente verso l’amarezza del sogno americano.
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