Regia di Dominic Cooke vedi scheda film
La storia dell'amore della vita e del rimpianto di non averlo saputo tenere, né di averlo saputo vivere, nel momento in cui lo si è vissuto, nel migliore dei modi. La realizzazione di un soggetto tutto sommato già incontrato in tanti altri film, ma che è, in questa pellicola colma di emozioni e simboli, da non perdere.
Ho letto il romanzo di McEwan appena uscito ed ero molto curioso di vedere la realizzazione cinematografica di un testo così poco scontato.
La parte iniziale è stata realizzata in maniera magistrale. Questa coppia imbarazzata, piena di paure, che vive la tensione della prima volta colmando l'aria di attesa e aspettativa e concentrandosi poco sulla spontaneità dei gesti è veramente anacronistica al giorno d'oggi, ma all'epoca dell'ambientazione della storia (inizio anni '60) era probabilmente piuttosto frequente. E trovavo difficile ricostruire l'ambito sociale, il retroterra culturale, l'influenza delle vite personali per trasmettere la stessa tensione che il libro aveva saputo creare.
Ecco, credo che questo film vada visto perché tutto quanto realizzato nel libro è stato riportato magistralmente. E non mancherà di potere apprezzare anche la storia nel suo dipanarsi apparentemente tranquillo, ma molto sofferto e combattuto come nei quartetti e quintetti meravigliosi che colorano la scena ancora di più e che si sposano in un equilibrio delicato tra luce, azione e sceneggiatura.
La storia alla fine è la storia dell'amore della vita e del rimpianto di non averlo saputo tenere, né di averlo saputo vivere, nel momento in cui lo si è vissuto, nel migliore dei modi. Ma la realizzazione di un soggetto tutto sommato già incontrato in tanti altri film è, in questa pellicola colma di emozioni e simboli, da non perdere.
Resta alla fine l'inganno della vita e la domanda consueta e un po' retorica: ma scelte diverse avrebbero fatto veramente andare diversamente le cose e quello si sarebbe confermato comunque l'amore della vita?
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