Regia di Woody Allen vedi scheda film
Una commediola divertente, a tratti noiosa e che è carente del solito tasso di cinismo e ironia di Woody Allen
Amo Woody Allen, quasi a prescindere. In ognuno dei suoi film c’è sempre almeno un motivo per vederlo: anche solo una battuta. In questa ultimo lavoro, ahimè, non ci ho trovato nulla. Parliamo di una commedia frizzante dove tutti i gineprai dell’amore sono toccati nel ritmo incalzante della vita fatta di matrimoni, tradimenti, famiglie, figli problematici, lavori precari, nevrosi. Lo schema è la tipica sceneggiature che gioca sugli equivoci di Allen, con una suggestiva ambientazione anni ‘50 in un decadente parco divertimenti metafora del gioco dei sentimenti. Qualche battuta sparsa qui e là non manca, un retrogusto di cinismo pure, ma tutto ciò appare scarico e stanco. Allen sembra accontentarsi del puzzle tecnicamente perfetto che ha comunque costruito, però manca qualcosa e a metà film si sbadiglia e la meravigliosa scena finale con una delle protagoniste in prima piano non basta a non farci dire: meno male che è finito.
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