Regia di Woody Allen vedi scheda film
Una ruota che s'inceppa come la maggior parte delle ultime opere alleniane, spesso approssimative e costruite noiosamente attorno ad un solo, unico, evento di rilievo: donna dalle ambizioni represse, con marito amorfo e figlio problematico, si innamora di bagnino intellettuale che la ricambia finché non giunge in loco la figlioccia di lei che, a sua volta, si innamora del bagnino.
Basta per tirarci fuori un film? A questo Woody Allen minimalista ormai, si.
Una volta lo avrebbe addobbato di caratteri effervescenti, di sorprese verbali, di gags improvvise, di contrasti narrativi.. ora no.
Dobbiamo accontentarci del compitino.
Kate Winslet prigioniera di questa maschera semi isterica tra insoddisfazione, desiderio e gelosia, Jim Belushi - penalizzato dal tracimante doppiaggio di Pannofino - costretto a improvvise piazzate e repentini dietrofront che volendo forse, nelle intenzioni, disegnarlo fragile ed esposto al sentimentalismo più buonista, lo rendono invece solo poco credibile e irritante, Justin Timberlike narratore in camera sballottato dai suoi quattro ormoni, la figlioccia tontolina Juno Temple (non sapevo fosse la bimbetta contafrottole di Espiazione) che non decifra uno stato d'animo neanche con Google Translate, ed infine il bambino inesploso e depotenziato, l'unico a strapparci qualche sana risata, defilato colpevolmente dalle distratte trame registiche.
Su tutti una stucchevole e invadente fotografia storarica che brucia e affoga i volti delle donzelle sempre e comunque, anche nei posti più bui e mentre piove, volendo forse creare quel pathos che il Nostro Regista ha dimenticato in oscuri cassetti della sua fulgida carriera..
Una storiella che fila via senza colpo ferire, una malinconica famiglia che viaggia stanca, eventi telefonati come nei peggiori thriller di serie B.
Speriamo che il bimbetto piromane trovi il cassetto con le sceneggiature ciclostilate del Maestro, e lo costringa a inventare cose nuove. Davvero.
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