Regia di Ron Howard vedi scheda film
Solo: A Star Wars Story – La Recessione.
Ovvero: il giorno che finì il mito di Han Solo.
Per i membri della Recessione, Guerre Stellari è sinonimo di infanzia felice e di sogni interstellari; l'universo inventato da Lucas è entrato nella nostra vita e ci ha seguiti, crescendo con noi, a volte deludendoci un pochino ma sempre lasciando intatto l'amore per quella galassia lontana lontana. L'uscita in DVD del film dedicata alle avventure della canaglia stellare per eccellenza era quindi l'occasione giusta per gustarci una nuova, vecchia avventura; se poi aggiungiamo il fatto che il film, dopo qualche licenziamento, era stato dato in mano a Ron Howard, poteva considerarsi un altro punto a favore della pellicola. D'altronde, il rosso pelo di Happy Days ultimamente era riuscito a spiccare dalla massa come pellicole come Rush; sì sì, lo so che è anche il regista di merdate inverosimili come Il Codice da Vinci e derivati, ma noi, da fans di Star Wars di vecchia data, avevamo la speranza che non ci avrebbe deluso.
Il film si apre sul giovane Solo in fuga da un pianeta un po' prigione e un po' centro di sfruttamento di persone utilizzate per costruire macchinari per i cattivi. Dalle prime scene i protagonisti sono i... dadi, quei fottuti dadi di merda inseriti nel Millenium Falcon come ammenicolo inutile anni '70 e diventati sinonimo di Han Solo con le ultime pellicole.
Il nuovo Solo è interpretato da Alden Ehrenreich e la protagonista femminile, Emilia Clarke, che anche questa volta ci regala un'interpretazione da cagna maledetta, espressiva come un pilastro di cemento. I due vengono divisi durante la fuga dal pianeta e ovviamente il nostro Solo giura di salvare la compagna in futuro. Da qui in poi, salti temporali a cazzo di cane e il nostro eroe incontra Chewbacca, a cui subito deve dare ufficialmente il soprannome storico Chube, e questo perché scopriremo presto che il fan service, in questo film, è più importante di una trama interessante.
Unitosi a una banda di fuorilegge capitanati da Woody Harrelson, Han si trova fronteggiare l'ennesimo cattivo mascherato con la voce robotica da stronzo, perché oramai in questa galassia lontana lontana se sei un cattivo o vuoi atteggiarti come tale ci devi avere la maschera che ti fa la voce da stronzo, ed il tutto non viene sfruttato come per Kylo Ren, per caratterizzarlo come un sfigatello imitatore del nonno cattivo, qui la maschera non serve ad un cazzo, solo per giocare la carta colpo di scena più scema della storia del cinema: in realtà il cattivo è una donna!!! Proseguendo con una trama raffazzonata, il nostro Han riceve anche il suo classico blaster e, colpo di culo dei colpi di culo, reincotra la sua amata nell ufficio/nave/party chic itinerante del capo dei cattivoni di questa pellicola. A questo punto del film manca solo il Millenium Falcon e quale migliore occasione per mostrarci la famosa partita dove Han vince la mitica astronave ed ovviamente compare anche il nuovo Lando Calrissian, unico personaggio che secondo me in questo film si salva un poco, forse perché interpretato da Donald Glover, attore, musicista in ascesa, protagonista della ottima serie Atltanta. Si prosegue con una storia che segue i binari della noia, farcita da un banale doppio gioco spoilerato praticamente al minuto 20 da Woody Harrelson. Come sempre si fatica ad emozionarsi per le vicende che coinvolgono il protagonista, perché già conosciamo la sua storia, quindi sappiamo che finirà sempre per andargli bene. In pratica questo “Solo” si rivela una cagata pazzesca e delude su tutti i fronti. Quando abbiamo conosciuto Han Solo negli anni '70 era una canaglia che se sbatteva la minchia della ribellione e che imparava ad aiutare il prossimo evolvendo durante la pellicola. In questo film uguale, sì, fa esattamente la stessa evoluzione; ci si chiede come mai il personaggio anni dopo debba fare la stessa trafila, forse perché questo film è scritto semplicemente di merda? Inoltre, dopo aver visto il (sacro) film degli anni '70, ci si immaginava che Han solo avesse vissuto milioni di avventure, non che tutte le cose che l'hanno reso iconico gli siano capitate in una sola avventura del cazzo e che tutti gli oggetti che lo caratterizzano gli siano capitati in mano praticamente in una sola volta. In conclusione: Han Solo è un vergognoso western spaziale che non emoziona, non riesce a fa vivere le atmosfere di Star Wars; da mettere nello sgabuzzino stellare dei film della saga da dimenticare insieme alle avventure degli Ewok.
per insulti anche non costruttivi.
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