Regia di Bob Rafelson vedi scheda film
Abbandonata la carriera di pianista e le origini borghesi, Robert Eroica Dupea lavora in un pozzo petrolifero in California. Quando apprende che il padre è gravemente ammalato, si licenzia e fa ritorno a casa. Qui seduce Catherine, la fidanzata del fratello, una donna raffinata che lo pone di fronte a una scelta fra due stili di vita opposti. Il tormentato Robert sarà così costretto ad affrontare una serie di situazioni che cambieranno per sempre la sua vita, arrivando ad un finale decisamente inaspettato. E' forse il capolavoro di Rafelson e una delle migliori interpretazioni di Jack Nicholson. Ottimo esempio di road-movie interiore, in cui la trama finisce per assumere un rilievo quasi secondario rispetto all'analisi psicologica e comportamentale, condotta con una finezza insolita nel cinema americano di quegli anni. Attraverso il personaggio di Robert si analizza lo scontento e il malessere esistenziale di tutta una generazione, riassunti nella lotta di Nicholson con i suoi fantasmi interiori, che lo costringono a fuggire dalla famiglia e dalla sua passione per la musica, nonchè dall'unica donna che lo ami veramente (Karen Black) per inseguire una vita fatta di vagabondaggi e di inevitabile solitudine. Alla riuscita del film contribuisce indubbiamente la prestazione maiuscola di tutto il cast, con un Nicholson perfetto in un ruolo difficile e piuttosto sgradevole, che evoca decisamente poca simpatia, e ottimi contributi di supporto da parte di Karen Black e Susan Anspach. Il finale del film, che non va rivelato, è all'insegna del pessimismo e di un'impossibile pacificazione interiore, ma a me sembra perfettamente adatto a concludere questa dolente riflessione sulla necessità di fuggire da un passato che rischia di immobilizzarti a vita. Candidato all'Oscar del miglior film nel 1970, fu battuto dal più modesto Patton generale d'acciaio. voto 9
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