Regia di Kevin Phillips vedi scheda film
E' passato così tanto tempo, purtroppo, dagli anni novanta, che cominciano a uscire film che provano a rifarsi a quell'estetica, sull'irraggiungibile scia di "Stand By Me" o del seriale "Stranger Things": adolescenti, memorabilia dell'epoca e poi, mettiamoci anche una storia, per tenere incollato il tutto. Phillips fa questo ragionamento, per il suo esordio, ce l'ha ancora duro per "Stranger Things", gli leva la fantascienza, alza l'età media dei protagonisti e vira tutto in un thriller banale e sconclusionato. Peccato perché era partito bene: la prima mezz'ora (di un film con almeno venti minuti di troppo) faceva ben sperare, con una bella America di provincia, in un inverno incombente, fra biciclette (immancabili), città rurali, adolescenti in fregola e, insomma, le solite cose viste centinaia di volte ma che se riprese per bene, creano sempre l'atmosfera giusta. Poi tutto crolla. Un omicidio del tutto fortuito, fa implodere le amicizie e fa esplodere un thriller arruffato e improbabile, sempre costellato, con infinita abilità, di oggettini vintage: oh, Phillips ci tiene! Inizia un filmetto di bassa serie B, con un solo attore bravo, la faccia interessante di Owen Campbell, che non si discosta nella maniera più assoluta da tutta una serie di film simili, e probabilmente non vuole nemmeno provarci. Ci infila anche momenti onirici, anche il famigerato rallenty, tutto a casaccio, senza migliorare né la tensione né la riuscita del film. Non mi capacito dei voti alti e dei premi vinti. "Super Dark Times" è l'esempio perfetto di potenzialità sprecata, ma se non si ha talento non c'è niente da fare. Qui ci voleva Ben Nichols, quantomeno. Inutile.
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