Regia di Luigi Comencini vedi scheda film
Meno riuscito del monicelliano Romanzo popolare con Tognazzi e la Muti, Delitto d'amore è comunque un "film operaio" da non disprezzare. Forse sarebbe servito un attore meno "fusto" di Gemma, che tuttavia cerca lodevolmente di uscire dal suo cliché di giustiziere, metropolitano o delle praterie. La storia sentimentale tormentata tra l'operaio brianzolo e l'operaietta immigrata dalla Sicilia nel cuore industriale della Lombardia si conclude con una morte e con un omicidio, anche se Comencini è bravo a sviare i sospetti dello spettatore, che si aspetterebbe duelli rusticani. Ma il meglio è in quel contorno squallido di una vita incardinata tra le due timbrature del turno di lavoro, con i lavoratori esposti ai gas venefici, quasi che il film fosse presago di quanto sarebbe accaduto un paio di anni più tardi con la fuoriuscita della diossina dall'impianto dell'Icmesa di Seveso.
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