Regia di Eric Valette vedi scheda film
Una resa dei conti tra due bande di killer e trafficanti miete vittime e mette in fuga un killer che si rifugia in una casa contadina. Alle sue calcagna polizia e soprattutto un assassino spietato e folle molto abile con l'arma bianca. Un thriller fosco e pulp curioso, calato in una Francia agricola e feroce che nasconde bene il peggio di sé.
Un regolamento di conti in mezzo ai campi nel sud della Francia fa si che solo i più duri ed i fortunati restino in vita nei ranghi di due bande di narcotrafficanti in contesa tra di loro. Omar, killer olitario è tra costoro, e si mette in fuga lasciando i cadaveri sul selciato, e rifugiandosi presso una fattoria mandata avanti da un nero e dalla sua consorte francese e bianca.
Presi in ostaggio la coppia e la loro bambina al fine di farsi curare e poter riprendere la latitanza, l'uomo tuttavia si accorge presto di essere tallonato da un intransigente ispetotre di polizia, ma soprattutto da uno spietato killer dell'est, un folle torturatore che lascia dietro di sé una scia di sangue e corpi sezionati a brandelli (le "coupures", ovvero i tagli, del titolo) come sottoposti ad un gioco di sadica macelleria.
La casa di campagna diventerà il teatro di un regolamento di conti spietato in cui sopravvivere sarà davvero un arduo compito.
Eric Valette, esperto di thriller e noir, traspone da un romanzo di DOA un racconto teso che dà vita ad un interessante polar dalle fosche ambientazioni che sa svilupparsi con accumuli di suspence e una buona presa sullo spettatore.
Non mancano certe rozzezze e grossolanità, soprattutto quando si tratta di delineare i personaggi secondari dei paesani collusi con la malvita, ma la costruzione tutto sommato regge grazie ad un buon ritmo e ad un livello ben giostrato di suspence, mettendo anche in evidenza fenomeni odiosi, frequenti ancora più nel sud della Francia, di intolleranza nei confronti della elevata percentuale di extracomunitari presenti e spesso perfettamente integrati nel contesto del paese più grande e tra i più popolati d'Europa.
Ancora una volta il cinema francese medio-piccolo dimostra di sapersi rendere interessante, esportabile e adattabile ad una molteplicità di pubblico e di paesi, anche quando racconta storie completamente incastrate nei meandri di un territorio che non potrebbe essere altri se non quello francese.
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