Regia di Dominic Savage vedi scheda film
Savage si dimostra regista di assoluta sensibilità e delicatezza. Una regia lieve, eterea che insiste sul volto e sulle lentiggini della protagonista ma mai invasiva e che pare voglia difenderla e proteggerla dai rumori della vita.
Ora... potremmo parlare e litigare per ore e giorni sulle decisioni di questa donna... MA... basta sapere che al mondo ci sono i carri armati, il ferro e... oggetti fragili, lievi, considerati nella loro caducità e nella loro provvisorietà, armati solo della loro debolezza. Ed è così fragile e debole Tara... ed è così lieve e bella la regia che insiste sul suo volto, sulle lentiggini, sulle lacrime... che insiste sulle sue fragilità, sulle sue debolezze, sulla sua perdita di autostima... che la segue passo passo soavemente, vicina ma mai invasiva lungo la strada della perdizione e della evasione. Raramente si è visto un regista con una tale sensibilità e di inquadratura e di movimento di macchina. Il finale poi, con un bianco che richiama Kubrick e una aurea di sospensione assolutamente perfetta è solo geniale. Piccolo capolavoro minimalista e intimo che non giudica ma ama, adora il suo personaggio femminile; plauso alla fotografia e alla musica che pare vogliano proteggere Tara dal vento e dai rumori della vita. Chapeau Dominic Savage.
VOTO 9/10
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