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I figli del fiume Giallo

Regia di Jia Zhang-ke vedi scheda film

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La recensione su I figli del fiume Giallo

di labbro
8 stelle

La Cina è vicina, la Cina è lontana, la Cina dov’è?
E’ un viaggio attraverso 17 anni ed un altro pianeta, dieci secoli ed 8000 km, per due antichi ragazzi che si inseguono a tentoni, persi , tra grattacieli, villaggi sommersi e spezzoni di vecchi film.
E’ una lunga marcia nel corpo e nell’anima di una nazione; ma anche un road movie nella parabola umana ed artistica del suo autore.
YMCA è la madeleine dei momenti felici di Qiao, e restituisce un tempo in cui il mondo era tutto ancora intero; la fiducia in un eterno presente, il ballo collettivo di una generazione.


Eppure , gli anni si sono messi a correre molto più veloci di noi, e mentre danzavamo sul ciglio, un nuovo vulcano ha distrutto il vecchio mondo; le ceneri laviche ci hanno confusi nella purezza di un bianco asettico come una cella, come un ospedale.
Quei gangster spavaldi che sognavamo di essere, sono diventati i perdenti nella Cina dei nuovi pescecani, i drop out dei piccoli imbrogli e delle notti passate in stazione.
Quei gangster spavaldi che guardavamo sullo schermo, scontano la condanna alla prigionia delle ambizioni e dei sentimenti, dell’orgoglio e dell’amore ferito.
Neppure la malavita rurale della Jianghu può difenderli, neppure la vecchia comunità mineraria può dar loro asilo. Anch’esse sono state dismesse , deportate, inondate; nessi secolari, se non millenari, cancellati come una nota a piè pagina dall’accelerazione della Storia.

 

Fuga ed inseguimento, inseguitore ed inseguito si confondono, e sullo sfondo resta Xinjiang, miraggio geografico e frontiera dell’anima; la Samarcanda che mai raggiungeremo, zavorrati come siamo dalle abitudini e le paure, dalle “forze di gravità emotiva” che ci impediscono di rifarci e di “rifare” la vita.
Torneremo alla casella di partenza, ma molto cambiati rispetto ad allora; gli anni avranno sovvertito i rapporti di forza, e redistribuito consapevolezza e sconfitta, integrità morale e disintegrazione fisica.
Torneremo alla casella di partenza, e ripartiremo. Forse.
Sono riusciti a cambiarci, ci son riusciti, lo sai.

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