Regia di Rob Marshall vedi scheda film
Tutto si ripete pedissequo, privo dell'antica meraviglia, levità e naturalezza.
C'era veramente bisogno di un sequel (o più precisamente di un remake travestito da sequel) di Mary Poppins a più di mezzo secolo dal film originale? L'ubiqua sensazione di assistere a qualcosa di drammaticamente desueto – un musical ingenuo e zuccheroso, amabile negli anni Sessanta ma lezioso e soporifero in un'era cresciuta con Quentin Tarantino – leva fiato a un'operazione che sbaglia comunque nel cucire serrati ammiccamenti al prototipo (incluso un cameo di Dick Van Dyke) pur conscia che aspirare a un confronto alla pari con quell'opera è una rosea chimera. Un paio di numeri (la stramba Meryl Streep "sottosopra" e il balletto coi lampionai) trascina sul momento, ma poi non lascia traccia. Solo la corsa contro il tempo per portare le carte a Colin Firth è godibilmente avvincente. Dal padre ingrigito dal proprio lavoro ma pronto a tornare bambino e a spiccare il volo (con un aquilone o con un palloncino) ai sogni di avventura infantile a disegni animati (che deludono abbastanza), dalla banca gestita da malvagi profittatori al candore morale custodito dagli umili, tutto si ripete pedissequo, privo dell'antica meraviglia, levità e naturalezza. Emily Blunt è però notevole nell'incarnare la sagace bambinaia che scende dal cielo, fermo restando che Julie Andrews è prevedibilmente insostituibile. Diretto da Rob Marshall e scritto da David Magee.
Assai dimenticabili le nuove canzoni (coi testi di Scott Wittman e le musiche di Marc Shaiman).
Film APPENA PASSABILE — Voto: 5
VISTO al CINEMA
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