Regia di Ettore Scola vedi scheda film
Dopo "Una giornata particolare" è il miglior film di Scola questo "C'eravamo tanto amati", uno dei titoli più rappresentativi della commedia all'italiana anni 70, un bilancio generazionale all'insegna dell'amarezza. Attraverso le vicende parallele di Antonio, Gianni e Nicola lungo l'arco di trent'anni Scola ci mostra come le speranze e gli ideali del dopoguerra siano stati traditi, come la società abbia preso la piega di un materialismo becero dove finisce per spuntarla l'egoismo e l'arrivismo, di cui il personaggio di Gassman è un campione indiscusso. Scola aveva già le idee chiare sul degrado sociale che avrebbe dipinto in maniera ancor più cruda in "Brutti, sporchi e cattivi", ma qui rimane la componente più leggera che strappa anche risate e commozione in un mix davvero sorprendente grazie alla sceneggiatura scritta coi fidi Age e Scarpelli, che stupisce per libertà della drammaturgia, con alcune scene quasi "oniriche" che lasciano il segno. Nel cast primeggiano quasi tutti gli interpreti, con un Gassman perfetto nel ruolo dell'avvocato carogna, ma anche un Manfredi in uno dei suoi migliori ruoli di sempre e un Satta Flores straripante nella parte del logorroico Nicola. Al loro cospetto la Sandrelli riesce a non sfigurare e se la cava dignitosamente, dando a Luciana i connotati di una ragazza un po' ingenua ma sempre pronta a rimettersi in gioco, e fra i caratteristi si ritagliano due ottime prove Giovanna Ralli e Aldo Fabrizi, entrambi premiati col Nastro d'argento. Diverse scene memorabili, fra cui la partecipazione di Nicola a "Lascia o raddoppia" di Mike Bongiorno o la scena in cui Antonio e Gianni si rivedono dopo vent'anni e Gianni gli fa credere di essere un poveraccio. Un film ormai entrato di diritto nelle migliori antologie del cinema nostrano.
Voto 9/10
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