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C'eravamo tanto amati

Regia di Ettore Scola vedi scheda film

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La recensione su C'eravamo tanto amati

di Baliverna
8 stelle

E' un film corposo e variegato il quale, mostrando le vicende di tre amici ex-partigiani dal dopoguerra in poi, fa vedere per riflesso le storie vere di molti altri come loro, tra speranze, impegno politico, compromessi e delusioni. I loro casi sono quindi emblematici e paradigmatici. La prospettiva è decisamente di sinistra, stoccate a frati e suore comprese, ma il film ha il pregio di evitare i toni didascalici e "dimostrativi" così in voga negli anni '70, e di mostrare anzi le contraddizioni e i punti deboli degli ex partigiani comunisti. Certo, l'assunto è che vale comunque la pena impegnarsi in quella direzione e rinnovare le energie, magari cercando di evitare gli errori del passato.
La sceneggiatura di Age e Scarpelli con il regista è molto buona nel ritrarre i personaggi e i sentimenti, soprattutto grazie a dialoghi indovinati, che a volte suggeriscono chiaramente dei contenuti senza dirli esplicitamente. Un esempio in questo senso può essere quella del personaggio di Gassmann a letto con la moglie, quando le dice che non occorre che si tolga l'apparecchio per i denti. Sono però i ritratti umani di tutti i protagonisti a convincere e ad essere realistici. Il magnate dell'edilizia (Fabrizi), ad esempio, è uno sfaccettato e non banale capitalista, quando sarebbe stato facile dar vita al solito monolitico padrone sfruttatore e carogna. Anche il personaggio della Sandrelli è ben definitio e servito a dovere dall'attrice, la quale dà vita ad una donna tanto bella quanto volubile e superficiale.
Gassmann e Manfredi danno anch'essi del loro meglio; forse dei due è Manfredi quello che fa la parte del leone.
In generale, direi che è una commedia riuscita e per niente banale, a volte umoristica e a volte amara, che può piacere sia agli spettatori di sinistra che a gli altri.

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