Regia di Ettore Scola vedi scheda film
Volevamo cambiare il mondo ma il mondo ha cambiato noi.
Più che un semplice aforisma un vero e proprio epitaffio su una stagione di vita italiana, un trentennio di illusioni e disillusioni, la stagione della speranza e della delusione, il coacervo delle occasioni mancate da una sinistra indecisa e parolaia.
E dall'altra parte hanno fatto i soldi, altro che mezze porzioni dal bujaccaro...
C'eravamo tanto amati è diventato un modo di dire molto comune nel nostro lessico ma probabilmente pochi, soprattutto tra i più giovani, conoscono il film da cui è tratto.
A mio parere è il vertice assoluto del cinema di Scola, uno di quei film che hanno nobilitato la commedia all'italiana diventando uno dei capolavori che travalicano il genere.
L'altra sera l'ho rivisto in tv e mi ha assalito la malinconia perchè vedere il film di Scola e paragonarlo al cinema italiano odierno fa venire solo tristezza.
Avevamo la miglior cinematografia del mondo e guarda un pò come siamo ridotti.
C'eravamo tanto amati più che la storia dei suoi protagonisti, paradigmatici comunque di una nuova Nazione che cresce, nata dalle macerie lasciate dalla guerra e dal totalitarismo fascista,è la storia dell'Italia tra il 1946 e il 1974.
C'è l'idealismo duro e crudo che però non fa mangiare(e addirittura manda a monte matrimoni e vincite milionarie), c'è la capacità di arrangiarsi anche se non si fa carriera come infermieri perchè si è comunisti, c'è l'arrivismo bieco di Gianni Perego che gli impone un matrimonio non voluto e un suocero palazzinaro odiatissimo che però lo ha fatto entrare nel salotto buono di quelli che hanno la carta filigranata.
Ma venire meno ai principi che avevano rinsaldato l'amicizia tra i tre dalla Resistenza in poi , è motivo sufficiente per vergognarsi di dire ciò che si è veramente.
Un personaggio complesso, cialtrone con animo inaridito che ritrova un pò della sua vecchia umanità solo quando si ritrova a commemorare i bei tempi andati assieme ai suoi amici e compagni.
Il film di Scola è un ritratto caleidoscopico della società italiana in crescita, del boom economico che ha toccato pochi, con uno sguardo particolare al nostro grande cinema ,dal neorealismo (favoloso il racconto di un aneddoto sulla lavorazione di Ladri di biciclette da parte dello stesso De Sica nella parte di se stesso),ad Antonioni e a Fellini.
Manfredi, Gassman e Satta Flores sono incredibilmente bravi nel colorare i loro personaggi. La Sandrelli è un pò più defilata nominalmente ma è lei la molla che scatena molte delle complesse dinamiche del film.
La cinepresa di Scola filma un'Italia più vera del vero,usandone parecchi simboli nazionalpopolari(tipo Lascia o raddoppia?).
C'eravamo tanto amati è uno dei vertici della commedia all'italiana e forse è anche il suo canto del cigno(l'epitaffio al genere lo metterà forse lo sberleffo bischero di Amici Miei).
Si ride ma è una risata amara di quelle che alla fine ti si strozzano in gola perchè contemporaneamente ti accorgi che forse non c'è nulla da ridere. E intanto subentra la malinconia perchè il tempo è passato e ha lasciato le sue tracce su ognuno.
E'il film che chiude una stagione irripetibile del nostro cinema e contemporaneamente ne tira le somme con deferenza e affetto verso i modelli.
A vederlo oggi vien da piangere per quello che abbiamo definitivamente perso.
dirige con misura quello che è a mio parere il suo film più bello
eccellente
grande personaggio il suo
prova notevole
attore compianto e forse mai apprezzato adeguatamente
eccezionale
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