Regia di Ettore Scola vedi scheda film
La vita di tre uomini reduci dal fronte molto diversi ma amici tra loro e quella di una bellissima donna si incrociano in questo film iconico di Ettore Scola. Oltre a offrire uno spaccato (oggi malinconico) dell’Italia del secondo dopoguerra, C’eravamo tanto amati sembra soprattutto un film sui rimpianti, i compromessi e le disillusioni che accompagnano l’età adulta. Gianni (Vittorio Gassman) rinuncia a Luciana (Stefania Sandrelli) suo vero amore, per un matrimonio di convenienza con una donna molto diversa da lui, scontrandosi spesso in maniera drammatica col suocero benestante pasciuto e ottuso (Aldo Fabrizi) e la ricchezza materiale che alla fine ottiene non può celare il vuoto esistenziale nel quale è immesso. Nicola (Stefano Satta Flores), intellettuale fallito, abbandona moglie e prole inseguendo degli ideali che non si realizzano. Antonio (Nino Manfredi) dei tre amici, è quello che alla fine riesce a ottenere quello che voleva, ovvero il matrimonio con Luciana, anche se la donna sembra accettarlo più per rassegnazione che per altro. Ma è anche il valore dell’amicizia, intesa come fedeltà concreta e duratura, a essere messo in discussione. Non mancano frammenti lenti o un po’ opachi, in questo film che rimane il capolavoro di Scola e uno spaccato significativo della storia italiana, anche omaggio ai grandi del cinema e dedicato a Vittorio De Sica.
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