Regia di Ettore Scola vedi scheda film
Il film in questione è un diamante dalle innumerevoli facce, basta spostare il punto di vista di pochissimo per cogliere riflessi e colori diversi, seppur in armonia con gli altri. L'opera è estremamente ricca, le citazioni ed i camei non si contano, gli spunti sono innumerevoli, i temi principali sono il graffiante umorismo della commedia all'italiana e la denuncia sociale. Ma a cinquant'anni di distanza dalla sua uscita, come il vino il film acquista ulteriori sfumature di sapore: l'inesorabilità del tempo che passa, la denuncia dell'ipocrisia sempre più imperante, e la capacità di far apparire gli anni settanta, che ora costituiscono ai nostri occhi un dolce e nostalgico passato, come il freddo e desolante futuro degli anni quaranta. Aldo Fabrizi è magistrale, bene i tre interpreti principali, tra i quali spicca Manfredi, non esaltante la colonna sonora, Morricone o Rota sarebbero stati una scelta decisamente migliore, ottima sceneggiatura, fotografia un po' cupa e deprimente. Una digressione: nel 1972, due anni prima dell'uscita del film, il gruppo progressive Gentle Giant pubblica Three Friends, album concept che racconta la storia di tre amici, dall'infanzia all'età adulta. Uno diventa operaio (come Manfredi, portantino all'ospedale), un altro è un artista, un pittore (come Satta Flores che è insegnante e filosofo) ed il terzo diventa ricchissimo (come Gassman avvocato e palazzinaro). Sicuramente solo una strana coincidenza, Scola, Age e Scarpelli non conoscevano questo album, cionondiméno indubbiamente una strana coincidenza.
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