Regia di Marek Kanievska vedi scheda film
Innanzitutto inutile nascondere che questo film doveva essere la trasposizione cinematografica del romanzo Less Than Zero di Bret Easton Ellis, ma tutto quello che resta sono soltanto i nomi dei protagonisti (a dire il vero, soltanto di alcuni di essi, visto che altri vengono totalmente ignorati dal film mentre nel libro avevano tutto sommato una certa importanza).
Quindi già il voto che si può dare scende perché, come dire, la promessa iniziale non è stata mantenuta, e in questo senso l'aver tradotto "Meno di Zero" (come è stato tradotto, correttamente, il titolo del romanzo) in "Al di là di tutti i limiti" -cosa che per lo meno può dare fastidio- è in realtà più corretta di quanto si possa pensare, essendo il film, come accennato, praticamente slegato dal libro cui si ispira.
Ma per dare un voto bisogna guardare anche a come la storia alla fine è stata resa, ed ecco che il lavoro fatto dagli sceneggiatori -pura fantasia, rispetto al romanzo- si riduce ad un dramma giovanile che ruota attorno a tre ragazzi alle prese con il grande problema della droga.
Fine.
Non c'è altro che trovi spazio in questo film, altro che avrebbe potuto essere benissimo sviluppato: il rapporto genitori-figli (ridotto a poche scene, e si può forse salvare il dialogo tra Julian/Downey jr. e il padre, scena sofferta e commovente), la critica a certa società che spinge al limite, la solitudine dei giovani, ecc...temi non nuovi, magari, ma che meritavano di essere affrontati se non altro per dare un po' di spessore al film!
Aggiungiamo pure attori che non regalano performance esattamente divine (Andrew McCarthy sembra sfoggiare sempre la stessa faccia in base alla situazione: finto arrabbiato, finto innamorato, finto commosso, finto arrogante; Jamie Gertz tenta di essere convincente, ammettiamolo; ritengo inappuntabili, però, Downey Jr, molto credibile, e James Spader) e qualche caduta nella credibilità generale della storia, ecco spiegato perché il mio modestissimo voto è un "sufficiente".
Guardatelo solo se volete fare i nostalgici ricordando gli anni ottanta con un film fatto negli anni ottanta: le scene nei clubs losangelini e nelle ville hollywodiane non deludono nè quanto a fotografia nè quanto a capacità di rendere la sensazione di spensieratezza che regna in certe occasioni.
Clay torna a casa per le vacanze di Natale dopo essere stato contattato da Blair, la sua ex fidanzata che lo tradiva, in sua assenza, con l'ex migliore amico Julian. Il trio torna unito, lui riconquista Blair, ma non tutto è bello come sembra, nella vita di questi ricchi ragazzi americani. Si scopre infatti che Julian non ha lavoro, è stato cacciato di casa, fa uso massiccio di droghe e si è indebitato con lo spacciatore Rip -amico di liceo dei tre- che per ripagarlo lo riduce a prostituirsi. Clay cerca di salvare Julian e Blair con l'intenzione di allontanarli da quel mondo luccicoso e indifferente che li aveva portati sull'orlo del baratro, ma non si accorge che per almeno uno di loro il punto di non ritorno è ormai superato. La felicità dei tempi liceali non tornerà più, così come una vita priva di ogni responsabilità alla fine presenta sempre il conto.
Assolutamente la sceneggiatura e gli attori. Da lettore del romanzo, gradirei una vera trasposizione cinematografica ma forse è meglio se tutto resta sulla carta.
Non so da dove questo regista salti fuori...niente di coinvolgente, niente di entusiasmante.
Nei panni di Julian, il ragazzo "fuori" e problematico, dà il meglio di se stesso nonostante la giovane età (il film è del 1987, ricordiamolo)...a mio parere, davvero molto bravo.
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