Regia di Marek Kanievska vedi scheda film
"Meno di zero" di bret Easton Ellis è un romanzo che amo particolarmente (l'ho letto più di trenta volte), è stato il romanzo che meglio di ogni altro ha spiegato l'inizio degli anni '80 ed è un classico. Ora, io non chiedo ad un film di prendere pari pari un romanzo dall'inizio alla fine, ci mancherebbe altro, ma chiedo che ne mantenga lo spirito (se così non fosse perchè ti rifai al romanzo?), questo film ne tradisce tutti gli aspetti, se il libro è la notte il film è il giorno.
Clay, interpretato malissimo dal mediocre Andrew McCarthy, che nel libro era un cocainomane, biondo, bello e bisessuale (più per moda che per scelta) qui è un bravo ragazzo, schifato da ogni idea di omosessualità che conduce una campagna contro la droga degna del ministro Giovanardi. Come non bastasse Blair è intepretata dalla pessima Jami Gertz che non riesce neppure per un attimo a trasmettere la triste e depressa sensualità del personaggio del libro. Si salva Robert Downey Jr. che perlomeno ci prova (e in parte ci riesce) a trasmettere i tratti di un personaggio (Julian) che non riesce ad uscire dalla voraggine in cui è caduto.
Gli altri personaggi (che nel libro non erano pochi)? Non ci sono o sono appena accennati, quasi fosse un fastidio doverli analizzare o solo rappresentare. Nulla è rimasto della storia iniziale, dove la caduta vertiginosa di questi giovani senza punti di riferimento era inesorabile e senza speranza, qui ci sono storie d'amore a lieto fine, amicizie che saranno per sempre, genitori amorevoli e sorelline piccole brave e buone (mentre nel libro erano cocainomane e stronze).
Si salva la fotografia, questa veramente ottima, che mostra una L.A. patinata e liscia che sembra indifferente ma è fiera di essere l'arena di questo massacro morale (anche se questo qui è assente), ma è veramente poca cosa che non riesce a salvare il film da un fallimento sotto tutti i punti di vista.
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