In un piccolo centro abitato, "tutti sanno tutto di tutti".
Quando l'ex poliziotto Mike Kendall, buttato fuori dall'ordine a causa della sua incontenibile dipendenza dall'alcol, si imbatte sul ciglio della strada sul corpo inerte di una giovane donna, massacrata di botte, non ci pensa un attimo a soccorrerla e a portarla in ospedale.
Contrariamente alle aspettative dell'uomo, che nel tragitto era riuscito a rianimarla, la vittima muore il giorno successivo il ricovero, e da quel momento all'ex poliziotto, che nel frattempo stata tentando senza gran successo di passare l'esame da detective privato per intraprendere una attività che lo rendesse indipendente dagli aiuti della comprensiva sorella adottiva, rimane il chiodo fisso di proseguire le indagini.
Ostacolato da due suoi ex colleghi diffidenti, e risoluto a giungere alla individuazione del colpevole, il detective improvvisato finisce per scoprire verità ben al di sopra della sua possibilità di gestione, mettendo altresì in grave pericolo i suoi stessi familiari.
Al loro terzo film prima del bizzarro e poco convincente thriller su Babbo Natale, ovvero quel Fatman con Mel Gibson, i fratelli Eshom e Ian Nelms dirigono e confezionano un thriller di tutto rispetto, dalle efficaci atmosfere chandleriane, un discreto ritmo e una buona tenuta di suspence.
Nel cast variegato e un po' troppo disinvoltamente composto, risulta davvero convincente John Hawkes, nei panni del problematico ex poliziotto in cerca di vano riscatto. Quella dell'attore si rivela una prova davvero azzeccata, con quel suo sguardo un po' obliquo e quel suo fisico asciutto e nervoso, tutto ammaccature a causa della concitata situazione che lo muove ed agita lungo tutta la dinamica vicenda di svelamento della fosca ed intricata matassa.
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