Regia di Franco Martinelli vedi scheda film
Significativo titolo del poliziesco italiano, diretto da un pioniere del genere e sapientemente ibridato con il tema della giustizia privata sulla scia de L'uomo della strada fa giustizia o Il cittadino si ribella...
Quattro malviventi compiono furti di vario tipo, instaurando in Roma un clima di puro terrore. Durante una rapina in una villa però, viene uccisa la diciottenne Carol, figlia dell'industriale Alessi che, non trovando consolazione nelle infruttuose indagini della polizia, decide di passare all'azione e farsi giustizia privatamente...
Marino Girolami (padre di Enzo Castellari) è stato un prolifico regista che ha saputo distinguersi in ogni genere cinematografico lasciando comunque una sua personalissima firma dietro ogni titolo che ha diretto. Nel poliziesco ha ottenuto grande riscontro di pubblico con il precedente Roma violenta, sorta di capostipite o modello principale (ispirato però da Steno e dal suo mitico La polizia ringrazia) del genere che, da circa metà anni '70 e per un lustro abbondante, ha caratterizzato il cinema italiano.
Qui siamo in presenza di una pellicola scorrevole e dinamica, resa accattivante dal mix di elementi positivi che la compongono: a cominciare da una solida sceneggiatura (opera del prolifico duo Clerici e Mannino) per proseguire con personaggi indovinati e ottimamente interpretati, tra i quali risaltano il bravo Bozzuffi nei panni del commissario convinto e determinato e il sofferto e malinconico Steffen, padre tormentato ed onesto imprenditore che lascia il segno anche per una chiusa estremamente melodrammatica...
Sono da segnalare anche i personaggi minori, tipo l'avvocato viscidamente reso dal caratterista Enzo Andronico ed il collega "manovratore della legge" interpretato da Franco Diogene, nonché l'antipatico e asociale bandito interpretato da Citti.
Né si può tacere su una colonna sonora (a cura di Frizzi, Bixio e Tempera: il trio all'opera anche in Sette note in nero di Lucio Fulci) che si scatena con una melodia malinconica ma fondamentale, in grado di conferire certo spessore sentimentale agli imperdibili 20 minuti finali.
Pur se oggi appaiono datati, gli inseguimenti in auto all'epoca rendevano molto sullo schermo e anche la componente estrema non è assente, facendosi notare nella sequenza con un bandito finito giustiziato sotto le ruote di un autobus (omaggio involontario a Profondo rosso) e nella brutale violenza multipla eseguita da tre criminali pariolini su due innocenti ragazze (tema centrale nel coevo I ragazzi della Roma violenta, film ispirato ad un tragico fatto di cronaca).
Titolo, quindi, meritevole di essere riscoperto perché degno di essere visto con attenzione.
È disponibile in una curata edizione Dvd opera della IIF di Fulvio Lucisano che propone il film nel corretto formato cinematografico (2.35:1), con traccia audio nitida e priva del minimo disturbo, e con master ripulito e in alta definizione... nessun extra, ma data l'età della pellicola tanto di cappello per la qualità della versione (integrale ovviamente).
Curiosità: in un paio di occasioni, durante la visione del film, si intravede il manifesto cinematografico de La fine dell'innocenza, pellicola drammatica di Massimo Dallamano che era in programmazione nei cinema italiani mentre veniva girato Roma, l'altra faccia della violenza.
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