Regia di Taiji Yabushita vedi scheda film
Xu Xian, un ragazzino che vive sulle rive del Lago dell'Ovest in Cina, compra al mercato un serpente bianco a cui si affeziona fortemente, peraltro ricambiato dall'animale, ma gli adulti del villaggio lo costringono a liberarlo in un campo. Anni dopo, in una notte di tempesta il serpente bianco si trasforma in una bella ragazza di bianco vestita di nome Bai Niang, la quale prende come sua servitrice Shao Qing, un pesce trasformato in una ragazzina, e si avvia verso il villaggio per ricongiungersi con il giovane Xu Xian, ormai cresciuto e accompagnato dagli amici animali Panda e Mimi (un panda maggiore e uno minore). Fin dal primo incontro i due si innamorano, ma la loro unione è osteggiata dal bonzo (un monaco buddhista) Fa Hai, il quale riconosce in Bai Niang uno yokai (uno spettro della mitologia giapponese). Grazie anche all'aiuto dei loro amici animali, l'amore tra i due giovani alla fine trionferà.
Primo lungometraggio anime a colori e primo ad essere distribuito al di fuori del Giappone, "La leggenda del serpente bianco" è una dolce favola dai toni animistici ispirata a una nota leggenda popolare cinese, in cui il fato ricompensa l'animo puro di chi vuol bene alla natura e agli spiriti che ne fanno parte, in questo caso con il dono dell'amore. Ma è anche una lezione morale contro la superstizione e l'odio, che soltanto l'amore può sconfiggere.
Tra animazioni ottime per l'epoca realizzate con l'ausilio del rotoscopio per conferire maggiore fluidità alle figure, una trama semplice ma efficace, personaggi secondari simpatici, bei disegni, fondali fissi esteticamente ricercati e una colonna sonora piacevole e a tratti struggente, questa fiaba per bambini mantiene ancora intatta la propria magia a più di sessant'anni dalla sua uscita in sala e si fa apprezzare tutt'oggi in quanto classico intramontabile del cinema d'animazione nipponico.
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