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Ruba al prossimo tuo

Regia di Francesco Maselli vedi scheda film

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La recensione su Ruba al prossimo tuo

di LorCio
4 stelle

Francesco Maselli (nome di battaglia: Citto) è un caso di cineasta molto strano: probabilmente è più famoso dei suoi film e per ragioni non esattamente legate alla sua attività di regista (Citto Maselli può essere considerato in tutto e per tutto un politico con la macchina da presa, organico e dissidente, comunista fino al midollo). Il suo film più di successo è Gli indifferenti (ma per emanazione di Moravia), il migliore è Il sospetto e di cose poco belle ne ha fatte parecchie.

 

Tra queste c’è indubbiamente questo film ad alto costo, una strampalata operazione che il radical chic di lotta Maselli realizzò al fine di contaminare il suo cinema socio-politico con la commedia di costume più fruibile e di cassetta. Dietro c’è Franco Cristaldi, produttore attento sia alle esigenze autoriali che a quelle del pubblico, che mise a disposizione la splendida Claudia Cardinale (all’epoca sua dolce metà e diva internazionale) e ingaggiò incredibilmente nientemeno che Rock Hudson, re delle commedie rosa con Doris Day e sex symbol acclarato.

 

È, quindi, un’anomala coproduzione italoamericana che non ha niente di assurdo se si considera la devozione che oltreoceano avevano per il nostro cinema degli anni sessanta e che ha il suo punto più assurdo proprio nel coinvolgimento di Maselli. Cosa n’è uscito? Un film lento e poco appassionante, elegante ma inerte. Maselli non possiede il ritmo che richiederebbe una commedia a base di rapine, truffe e amore (tra l’altro genere molto rischioso e per niente facile), non ha alcun reale interesse a far divertire lo spettatore, dà il meglio di sé solo quando la entra in gioco la critica sociale (nuove mode che sovvertono il conformismo borghese, rubare ai ricchi per giustizia sociale e così via), ma anche là non riesce ad essere veramente credibile.

 

Sembra lo sceneggiatore Enrico de La terrazza, il film di Scola, incapace di scrivere una commedia e che ha l’ossessione di scrivere un film che fa ridere. Fu assistito da Julius Epstein, autore di Casablanca, che si rivelò essere più di sinistra del già rossissimo Citto. Per fortuna tornò poi al cinema che più gli è congeniale, gusti a parte, con Lettera aperta ad un giornale della sera.

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