Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film
Grande film, splendida regia, ottima interpretazione (Daniel Day-Lewys e Leslie Manville sopra tutti gli altri), strepitosi costumi e colonna sonora meravigliosa (creata da Johnny Greenwood cheaggiunge alla sua musica già di per sé strepitosa, pezzi di Berlioz, Debussy, Brahms e Faurè oltre al primo movimento del Piano Trio n° 2 di Schubert).
Che dire di più di quest’opera che mi ha lasciato addirittura senza fiato se non che PTA è un grande regista, forse davvero il più grande nel panorama attuale?. Gli aspiranti cineasti in erba ma anche quelli che credono di essere già arrivati (ma che sembrano davvero dei dilettanti della cinepresa al suo confronto e ce ne sono molti in giro anche fra i più acclamati) dovrebbero vederla e rivederla all’infinito per imparare davvero cos’è il mestiere del regista e capire come tutto funziona solo se si è competenti ed ispirati. Il discorso vale anche per i criticoni di professione che si attaccano addirittura al cognome scelto per il protagonista (Woodcock) pur di parlarne male e denigrarlo o lo definiscono noioso e lento quando invece anche il ritmo e le scansioni sono quelle giuste. Se capissero davvero qualcosa di cinema infatti dovrebbero ammettere che se anche il film non è nelle loro corde (ci può’ stare) è un risultato comunque importante proprio per la pertinenza con cui è stato realizzato poichè ogni singola inquadratura è una piccola opera d’arte, un vero e proprio capolavoro di finezza formale che non può essere assolutamente disconosciuto
La storia? Quella di due personaggi (con terzo, ingombrante incomodo) in costante duello fra di loro. Per il resto il film ci para di un creatore di moda – o di un sarto del lusso che è poi la stessa cosa (ispirato alla figura di Balenciaga si dice, ma non è importante) che manipola e intreccia tessuti tutto il tempo e che considera il corpo della donna da lui a suo modo amata, più che altro una superficie da misurare e vestire.
Ma è una pellicola così avvolgente e piena di significati reconditi che per comprenderla appieno in tutte le sue sfaccettature, è indispensabile vederla più volte poiché solo così si riesce a coglierne i succhi e ad assaporarli fino in fondo.
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