Regia di Greta Gerwig vedi scheda film
Una commedia piacevole, con molti momenti, anche seri, azzeccati
Nel 2016 il film Brooklyn, con Saoirse Ronan (ma che nome) era stato candidato all’Oscar, l’avevo visto e l’ho ritenuto un bidone, messo lì dall’Academy giusto per mettere qualcosa “d’essai”, al di là dei meriti artistici. Vabbè, problemi miei. Però mi ero fatto un pregiudizio vedendo che un altro film con la Ronan veniva poi candidato all’Oscar (2018), di nuovo col timore che fosse una vaccata. Invece no. E’ una simpatica commedia drammatica, quel genere dove il film è di massima una commedia, per tono e soggetto, ma però non è esente da momenti seri o comunque mica tanto da ridere, anzi. Il film è piacevole, parla di questa ragazza che cresce a Sacramento e si sente fuori dal mondo, alla periferia del mondo (che poi Sacramento, USA, ha mezzo milione di persone e pure una squadra NBA) e vuole andare all’università a New York. Non le entra in testa che la sua famiglia non è benestante: non povera, ma insomma non naviga nell’oro, e vivere a New York, anche con una borsa di studio (altrimenti, nada) non sarà semplice. Il film vivrà del conflitto tra l’adolescente protagonista coi suoi sogni, cioè la Ronan, in gran spolvero, e la cattiva madre, che magari si potrebbe dire che è una donna con problemi, ma io liquiderei la questione definendola una stronza, e finita lì. Il film funziona, fratelli padre amici sono tutti personaggi descritti molto bene, i dialoghi vanno benone, insomma un bel filmetto a cui darò 7. Ebbe costi minori e andò benino al cinema, incontrando il favore del grande pubblico. Ha vinto il Golden Globe per la migliore commedia; ebbe 5 candidature all’Oscar, tutte finite senza statuetta. Ora è su Netflix.
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