Regia di Greta Gerwig vedi scheda film
Lady Bird è un film necessario. Necessario principalmente all’anima perché regala, senza mezzi termini, una delle discese negli abissi sentimentali, mai viste prima.
E’ la storia di una ragazza dall’adolescenza difficile, dal complicato rapporto con la madre fino alla necessità di trovare la sua strada cercando di sfuggire all’anonimato della provincia; credo che sono innumerevoli le persone che si sentono chiamate in causa e crede che sia proprio questo uno dei motivi di maggior successo della pellicola: la capacità di rivolgersi a molti.
Greta Gerwig infatti sembra aver conquistato proprio tutti con questa commedia dalle tinte drammatiche, capace di accompagnare lo spettatore nelle difficoltà di una famiglia di un ceto medio-basso di Sacramento; per mostrare che la California non è poi tutto oro che cola. E riesce nell’intento, merito anche della protagonista.
Saoirse Ronan è il fulcro dell’intero film; come un faro ci conduce attraverso l’ostile valzer di emozioni adolescenziali e controversie familiari. Tra il dramma per la delusione del primo amore, all’approccio sessuale, fino alla libertà di pensiero e alla capacità di differenziarsi dalla massa. Volto da tenere d’occhio anche se ha già abbondantemente dimostrato di avere carattere e spiccate capacità recitative (Espiazione, Amabili resti e Gran Budapest Hotel, sono solo alcune delle sue performance memorabili). Capace di ancorarsi alle emozioni per poi lasciarle andare allo sbaraglio nell'anima umana di chi guarda. Attraverso il suo volto illuminato dalla potenza di chi ha voglia di vedere oltre, è lo specchio di una società che non crede più in nulla; tanto simile a noi, lei, nelle sue speranze, che finisce per avere la forza di riaccedere anche le nostre. Scava nei sentimenti con la stessa facilità con cui poi ricopre le buche lasciate a prendere aria, conquistandosi così non solo la nostra ammirazione ma anche la fiducia, elementi necessari per continuare a credere anche in quello di cui sappiamo bene non essere possibile.
Potrà anche non essere il meglio della California ma Sacramento, a modo suo, è incantevole. La fotografia di Sam Levy poi è capace di esaltarne il discreto fascino. Con colori caldi ma mai esuberanti, è capace di farci sentire a casa. Da notare come cambia invece quando la protagonista esce fuori dal confine, lì è tutto freddo e distaccato, quasi inemozionale.
Tra le nove pellicole candidate all’Oscar come miglior film è senza dubbio quella più verace e anche vorace se vogliamo. Perché ha fame, quella stessa fame capace di mangiare il mondo, quella che Christine "Lady Bird" ha negli occhi accesi e profondi di Saoirse; l'identificazione perfetta di giovane donna alla conquista della propria identità.
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