Regia di Greta Gerwig vedi scheda film
Adorabile commedia di formazione, scritta e recitata benissimo
La giovane Christine ci tiene a farsi chiamare "Lady Bird", ci tiene a farsi accettare, ci tiene a non apparire per quello che è, ci tiene a frequentare determinate università, ci tiene a non apprezzare la sua Sacramento, ma deve ancora capire tante cose. La sceneggiatrice Greta Gerwig debutta alla regia confezionando una commedia agrodolce e molto tenera, che insieme allo "Scappa" di Jordan Peele e al provato Logan rappresenta la sorpresa degli imminenti Oscar, con le nomination più importanti. La pellicola si presenta come un manifesto generazionale sincero e forse autobiografico, dato che anche la director proviene da Sacramento e come la protagonista è interessata al teatro. Lady Bird è una ragazza adorabile a prima vista, in realtà è contraddittoria e mostra alla perfezione quanto sia complicata l'età dell'adolescenza, piena di sbalzi d'umo re, di profonde o stupide riflessioni, di esperienze fantastiche e disastrose, di periodi si e periodi no, ma soprattutto di un senso di incompletezza, un desiderio di coscienza e di autocoscienza, dunque un percorso di crescita imprescindibile e determinante. Tutto questo è ben spiegato dalla sceneggiatura, ricca di dialoghi a dir poco realistici, caratterizzati soprattutto dall'amore-odio tra Christine e la madre, che a differenza del marito non riesce a gestire l'incoscienza con cui spesso agisce la figlia, e sta male per questo. Un botta e risposta da cui traspare una certa incomunicabilità, a differenza del dialogo con il padre, più semplice poichè quest'ultimo fatica a non accontentare l'erede, accentua le cose belle e cerca di proteggerla dalle brutte notizie. Dei personaggi scritti e recitati alla perfezione da Saoirse Ronan, spontanea e capace di mostrare in modo impeccabile il sottile passaggio tra serenità e scatti d'ora, e Laurie Metcalf, in cui in una scena senza parlare riesce a toccare il cuore dello spettatore (entrambe candidate agli Academy). Il film sulla carta potrebbe sembrare un banale teen movie, ma il suo punto di forza è proprio la semplicità di questa realtà, non proprio facile da rappresentare in maniera così raffinata. La commedia si mischia con il dramma, non rinunciando né alla leggerezza né alle scene toccanti, il ritmo non manca e per fortuna i tempi non sono dilatati: un'ora e mezza con nemmeno una scena inutile. Tutte le sequenze e tutte le inquadrature sono funzionali alla descrizione del percorso e della crescita della giovane protagonista. Indimenticabili le sue urla liberatorie e bellissimo il finale sospeso, da cui partirà la sua vita indipendente e in cui capirà per la prima volta quanto siano importanti le radici e gli affetti. Comunque un tantino esagerato il 99% su Rotten.
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