Regia di Akira Kurosawa vedi scheda film
Malinconico, ma leggero; drammatico, ma con rassegnato giudizio. Il peso - e la necessità di trasportarlo - della memoria sta alla base della costruzione che regge Rapsodia in agosto, film dell'ottuagenario Kurosawa, ancora piuttosto lucido e determinato dietro la macchina da presa. Quasi assenti le musiche, spesso sostituite dai tanti rumori della natura (i grilli, il vento, la pioggia) a formare una colonna sonora atipica che va a contrapporsi con la (innaturale e quindi) disumana crudeltà distruttiva degli ordigni atomici a stelle e strisce, dispensatori di morte, catastrofi ed incommensurabili rovine per un intero popolo innocente. Il perdono è ormai cosa definitiva, ma ciò che deve rimanere ben impresso nella memoria dell'intero pianeta è l'ammonimento a che un fatto di tanta terribile gravità mai più si ripeta.
1990, agosto: mentre si celebra il 45ennale dalla coppia di gratuite ed efferate stragi di Hiroshima e Nagasaki, un'anziana - scampata alle esplosioni nucleari, ma per colpa di esse rimasta vedova e privata di molti amici e conoscenti - riceve una notizia sconvolgente: un suo fratello è ancora vivo e vuole che vada a trovarlo alle Hawaii, poichè sente che gli rimane poco da vivere.
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