Regia di Raffaello Matarazzo vedi scheda film
Lui ama lei, lei ama lui; l’altro ritorna d’improvviso dal passato e si fa sempre più insistente con lei al punto che lui, trovandoli assieme, lo uccide.
Nel secondo dopoguerra il pubblico italiano ebbe modo di assistere alla grande stagione del melodramma nostrano; di certo il suo massimo rappresentante dietro la macchina da presa fu Raffaello Matarazzo e quelli davanti alla stessa furono Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson: in questo Catene, titolo fra i più rappresentativi del filone, i tre si riuniscono per dare vita a una storia di passione, sofferenza, onore e sentimenti forti. Nulla che non sia stato già visto prima, per intenderci, ma tutto estremizzato con potenza e precisione: in questa pellicola sembra di ritrovare un generico riassunto di centro altre – precedenti, ma soprattutto successive – il cui fulcro vitale viene elevato alla enne. E, va aggiunto, levigato con cura dalla sapiente mano del regista, che usufruisce di un copione di Aldo De Benedetti (suo assiduo collaboratore) e Nicola Manzari nel quale si alternano speranza e disperazione; certo, personaggi, dialoghi e situazioni sono pressoché degni di un fotoromanzo, ma il racconto procede serrato, le emozioni serpeggiano lungo l’intera trama e gli interpreti fanno la differenza. Oltre ai due già citati, vale la pena di ricordare Aldo Nicodemi, Teresa Franchini, Gianfranco Magalotti e in un ruolo adeguatamente canoro Roberto Murolo. 5/10.
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