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I racconti di Parvana

Regia di Nora Twomey vedi scheda film

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La recensione su I racconti di Parvana

di alan smithee
6 stelle

scena

The Breadwinner (2017): scena

FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2017 - ALICE NELLA CITTA' - IN COMPETITION - IN COLLABORAZIONE CON LA FESTA DI ROMA

Quando il cartoon si adegua alla contemporaneità, alle minacce che incombono sui popoli e derivano dal fanatismo di pochi che fa presa come una morsa sulla ignoranza e la credulità di molti, generando quella che è oggi una delle più drammatiche e crudeli persecuzioni che minacciano la libertà e la possibilità di integrazione tra popoli e razze.

In un Afghanistan minacciato dalla invadente ed opprimente presenza talebana che piega ogni forma di legittima libertà, una ragazzina è costretta a tagliarsi i capelli e a farsi passare per uomo per poter assicurare non solo sostentamento alla sua famiglia, composta da una madre malata, una sorella maggiore ed un bimbo in fasce, ma anche per cercare di liberare il padre, vittima di guerra e senza una gamba, arrestato sul mercato da un giovane talerbano vendicativo e crudele, per motivi futili e campati per aria.

scena

The Breadwinner (2017): scena

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The Breadwinner (2017): scena

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The Breadwinner (2017): scena

L'animazione si fa adulta, o almeno cerca di adattarsi alle tragedie inguaribili che affliggono il pianeta, raccontandoci una storia di contemporanea drammatica attualità intervallata da una favola mitologica che vi si intermezza come in un sogno, aiutando a capire e spiegare certe inesauribili ripetute malefatte insite nell'essere uomo.

Una storia di alto valore etico dove l'amicizia e la saggezza dell'essere bambini, e dunque puri, ha la megli osulla cattiveria addomesticata e tendenziosa propria dell'età adulta, capace di circuire per il proprio bieco tornaconto ogni spunto di bontà e di buona fede, opprimendo e calando la propria scure rivinosa sul popolo pacifico ed inerme.

Tecnicamente il disegno della storia principale non offre particolari spunti di rilievo, se non qualche scorcio o sottofondo interessante; ma i dettagli antropomorfi del disegno appaiono piuttosto supeficiali e generalisti, se non proprio banali: molto meglio quando il film si addentra a raccontare la favola, e dunque dentro una mitologia intrammezzata al sogno, quello che popola gli incubi infantili, mai così realistici e spaventosi di quello che accade nella realtà dei fatti in quei territori dilaniati dall'odio e dalla persecuzione del diverso, in nome di un dio rancoroso ed assetato di vendetta, di cui non vi è traccia in alcun testo sacro di nessuna religione.

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