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Never Mind the Bollocks, Here's the Sex Pistols

Regia di Matthew Longfellow vedi scheda film

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La recensione su Never Mind the Bollocks, Here's the Sex Pistols

di mm40
5 stelle
Documentario che ricostruisce la genesi e la realizzazione dell'album Never mind the bollocks, dei Sex Pistols, caposaldo della storia del rock.
 

Per la serie Classic albums, a 25 anni di distanza dal fervente, vulcanico 1977 esce questo documentario che ricostruisce i principali fatti che hanno portato alla nascita di una band - i Sex Pistols -, di un genere musicale - il punk - e di un disco - Never mind the bollocks - seminali eppure assolutamente irripetibili nella storia del rock. Parlano i quattro artefici principali dell'opera: il batterista Paul Cook, il bassista e autore delle musiche Glen Matlock (licenziato un attimo prima di entrare in sala d'incisione, per far spazio al più carismatico Sid Vicious), il chitarrista-compositore Steve Jones (che ha suonato praticamente tutto sul disco: il muro di chitarre elettriche e pure tutte le parti di basso) e il frontman e autore dei testi Johnny Rotten; allo stesso modo vengono intervistati i tecnici del suono e il manager della band, il luciferino Malcolm McLaren; non sorprende, vista la controversa materia d'indagine, che spesso le versioni fornite dai vari protagonisti delle vicende narrate non collimino fra loro. Furono, quelli, mesi di grandi manovre spesso sterili (si contano più date annullate che effettivamente andate in porto), di battage pubblicitari più o meno involontari (viene naturalmente rievocato il passaggio televisivo da Bill Grundy che tanto scalpore suscitò nella perbenista Inghilterra), di molteplici trattative in parallelo - sul filo della truffa - con case editrici e promoters internazionali; furono il necessario periodo di incubazione di Never mind the bollocks, opera musicalmente sottovalutata e destinata all'immortalità, a un posto nell'Olimpo del rock. Cinquanta minuti di durata, davvero poco per capire esattamente cosa stesse succedendo all'epoca, nel Regno Unito e non solo, e in particolare per approfondire la questione spinosa - e centrale - del disagio e della depressione delle giovani generazioni contemporanee, tutto materiale utile a rendersi conto come e perchè un disco del genere venne partorito. Ma un'idea, comunque, ce la si fa. 5,5/10.

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