Regia di Eric Toledano, Olivier Nakache vedi scheda film
Max, proprietario di una piccola società che si occupa di cerimonie nuziali, è a un passo dal divorzio, ma nel frattempo deve occuparsi di un matrimonio in un castello settecentesco nel quale lo sposo detta regole assurde mentre il suo staff lo vessa con continui problemi e richieste. Frattanto, a causa della difficoltà nel proseguire la sua attività, Max sta seriamente prendendo in esame l’ipotesi di vendere la sua azienda.
Film commedia passato in sordina nelle sale di casa nostra ma che merita di essere recuperato perché dotato di un mix di coralità e ironia capaci di mettere in luce la vacuità delle più comuni convinzioni piccolo borghesi riviste attraverso un matrimonio festeggiato con richieste difficili da assolvere, se non al termine di concertazioni ai limiti del kafkiano, e con Max, l’attore Jean-Pierre Bacri, che rappresenta il vero collante fra dipendenti incapaci e perennemente in lotta fra loro, e una coppia di sposi che viene immediatamente presentata come problematica. Tutti sembrano remare in qualunque direzione, a parte in quella giusta, per portare a termine una serata che però nulla ha a che vedere con ‘il giorno più bello’ di una coppia ma che per professione e fra mille difficoltà viene completata con successo.
Il duo Toledano e Nakache riesce a firmare, a nove anni di distanza da Quasi Amici, storia vera dell’amicizia fra un nobile tetraplegico e il suo infermiere, forse la sua migliore pellicola partendo da un soggetto molto semplice, un banchetto in un castello visto però attraverso gli occhi della servitù e non degli invitati, e che invece di virare sul lato più drammatico, come già capitava in Camerieri di Leone Pompucci, ove l’occasione del banchetto era un modo cinico per parlare dei nostri difetti e dei ‘mostri’ di casa nostra, preferisce muoversi verso una commedia dal tono ironico capace di farci sorridere delle nostre convinzioni riguardo ‘il senso della festa’, questo il vero titolo della pellicola presentata in anteprima al festival del cinema di Roma. Si sorride per la perfetta coralità nella quale si muove fra mille insidie il wedding planner Max e a fine film è decisamente normale interrogarsi proprio su dove si trovi il vero senso della festa, se fra gli invitati o nel mezzo di uno staff sorprendentemente unito.
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