Regia di Kenneth Branagh vedi scheda film
Trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo della "Regina del thriller", curata dall'abile mano di Kenneth Branagh.
Devo ammettere che ci sono volute due visioni per apprezzare appieno l'omonima trasposizione cinematografica del celebre giallo di Agatha Christie Assassinio sull'Orient-Express, firmata da Sir Kenneth Branagh.
La prima volta che ho visto il film, devo dire di non averlo apprezzato fino in fondo: l'ho trovato noioso, lento, con poca caratterizzazione dei personaggi e, in generale, poco accattivante.
Di recente, invece, ho avuto occasione di rivederlo una seconda volta; nel frattempo ho letto il romanzo e, grazie soprattutto a questo, ho avuto modo di fare le adeguate differenze con il libro, apprezzando quindi il lavoro di Branagh nel suo film.
La Christie era un'abile osservatrice dell'essere umano, e nei suoi libri soleva presentare al lettore un valido scorcio dell'anima dei suoi personaggi, delineati sempre con grande cura; tuttavia, non si può dire che la storia in questione sia carica di azione o adrenalina, tutt'altro. Branagh in questo si è distinto, aggiungendo al film suspense, azione, humor - inglese, s'intende - e una sottile vena erotica/seducente, che di fatto vivacizza molto la storia.
Il finale stesso è un tantino diverso: mentre nel libro si chiude in modo quasi brusco, Branagh ha inserito il tormento del protagonista, Hercules Poirot, una decisione difficile da prendere - che diviene palpabile per lo spettatore - e uno spunto di riflessione per il pubblico stesso, che si interroga sulla storia e sulle decisioni di tutti i personaggi.
Pur restando fedele alla trama, dunque, la sua impronta del tutto personale ha dato un volto nuovo alla storia. Per chi si è trovato a criticare il film, dicendo che si discosta molto dal libro, mi trovo d'accordo in parte, ma dopo averlo rivisto devo spezzare una lancia a favore del regista, dicendo che il cinema ha "esigenze" del tutto diverse da quelle letterarie; per cui se quando leggiamo un libro siamo a "tu per tu" con l'autore e la storia che ci propone, visualizzando nella nostra mente un'immagine del tutto soggettiva; un regista deve creare un'immagine che vada bene per tutti, e deve renderla di conseguenza appetibile per il pubblico, inserendo elementi visivi "forti", quindi azione, pathos e trasmettere sentimenti ed emozioni - non facili da trasporre - che altrimenti renderebbero il film noioso.
In definitiva posso dire che Assassinio sull'Orient-Express merita assolutamente di essere visto e, per chi come me non l'ha apprezzato la prima volta, merita una seconda chance.
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