Regia di Kenneth Branagh vedi scheda film
Assassinio sull'Orient Express di Kenneth Branaghè il remake dell'omonimo film diretto da Sidney Lumet nel 1974, entrambi basati sul famosissimo romanzo di Agatha Christie. La storia narra quella che si può considerare la vicenda più nota dell'investigatore belga Hercule Poirot e, come nel film originale, vede un cast corale ricco di interpreti d'eccezione come Johnny Depp, Michelle Pfeiffer e Willem Dafoe tra gli altri.
Il famoso investigatore belga Hercule Poirot si trova a Istanbul per trascorrere una piacevole vacanza post-lavoro quando viene informato inaspettatamente di dover fare ritorno a Londra per risolvere un caso. Grazie alle sue conoscenze, riesce ad ottenere un posto in prima classe sul celebre Orient Express, in compagnia di altre tredici persone, tra cui spicca lo spregevole uomo d'affari Samuel Ratchett. La mattina seguente, il corpo di quest'ultimo viene rinvenuto senza vita dopo essere stato ripetutamente pugnalato al petto. Dopo un iniziale momento di incertezza, Poirot prende in mano le redini della situazione, intento a risolvere un caso che lo metterà a dura prova.
Kenneth Branagh realizza una versione del romanzo della Christie in chiave moderna, discostandosi per forma e sostanza dal suo illustre predecessore e proponendo, di conseguenza, un'idea di cinema del tutto diversa. Il Poirot interpretato dal regista di "Hamlet" appare meno goffo e macchiettistico rispetto a quello di Albert Finney(protagonista nel 1974), ma non per questo meno peculiare. Ciò che lo contraddistingue è una interessante - ma non sempre riuscita - introspezione psicologica che approfondisce un personaggio fino ad allora poco esplorato, oltre ad un'impronta tipicamente "action" che, però, poco gli si addice. Branagh compie un buon lavoro sul suo personaggio, ma lo stesso non si può dire per il resto dei passeggeri del treno. Accanto a figure di spicco come l'affascinante Caroline Hubbard, artefice dell'omicidio, e l'alcolista Hector MacQueen, collaboratore di Ratchett, ben scritti e caratterizzati dalla penna di Michael Green (già sceneggiatore di Blade Runner 2049 e Alien:Covenant), se ne contrappongono altri di scarsa rilevanza come la badante spagnola Pilar Estravados o l'iracondo Rudolph Andrenyi, entrambi poco esplorati tanto da risultare poco più di un riempitivo della storia.
La trasposizione di Branagh vince su tutti i fronti per accuratezza scenografica e stilistica. Costumi e ambientazioni sono ricreati al dettaglio, offrendo uno spettacolo dirara bellezza visiva che, in certe occasioni, viene però sporcato da un uso eccessivo della computer grafica. Il lusso e lo sfarzo "baroccheggiante" dell'opera echeggiano inoltre in una regia virtuosa e variegata che, spesso, propone interessanti espedienti al servizio della narrazione come il lungo piano sequenza che introduce Poirot nei vagoni dell'Orient Express, o la scena del ritrovamento del cadavere vista da un'insolita angolazione della macchina da presa. L'approccio di Branagh alla materia risulta sicuramente originale, in quanto si distacca dalla compostezza che aveva caratterizzato il capolavoro di Lumet, trasformandosi quindi in un'opera a sé stante, ma cade però in inutili banalità che rischiano di rovinare il lavoro di un autore con la A maiuscola. Ma ciò che risalta maggiormente è l'originalità che dissocia questo da tutti i Poirotproposti fino ad ora. Branagh umanizza il suo personaggio, facendogli vivere momenti di profonda incertezza e dubbio, scaturiti da una situazione - quella dell'omicidio sul treno - che ribalta ogni sua visione circa l'ordine e l'equilibrio. Il finale del film - la famosa scena madre risolutrice degli eventi - è emblematica e, oltre a rievocareL'Ultima Cenadi Leonardo, con Hubbard a occupare il posto che spetterebbe a Gesù e intorno i suoi apostoli, rei insieme a lei del suo "peccato", scuote come un fulmine il cuore dell'investigatore, convinto fino a quel momento che ci fosse una logica irremovibile dietro ad ogni comportamento umano. Assassinio sull'Orient Express di Kenneth Branagh è un buon rifacimento dell'opera di Lumet, capace di intrattenere, divertire e proporre, seppur con qualche pecca e debolezza qua e là, una precisa idea di cinema che riesce solo ai grandi cineasti.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta