Regia di Kenneth Branagh vedi scheda film
Esiste solo il giusto o sbagliato: non c'è via di mezzo!
Un efferato delitto nel mitico treno che fra le due Guerre divenne famoso per la sua efficienza, il suo lusso oltre che per la sua raffinata cucina, durante uno di quei viaggi che univano Istanbul alle principali capitali europee. E per di più nella carrozza di Prima Classe, in mezzo a dodici rispettabili personaggi, nobili o comunque insospettabili. Chi sarà l'assassino?
Casualmente sul treno si trova a viaggiare anche il famigerato e infallibile Hercules Poirot, belga d'origine ma cosmopolita di professione, giacché si reca dovunque vi sia un enigma da sciogliere.
E il Poirot di Kenneth Branagh è un po' diverso da come ce lo ricordavamo (e anche dalla descrizione di Agatha Cristhie): sempre meticoloso fino all'ossessività, con il baffo riccio che però si tormenta poco, abbastanza goloso, ma trattenuto, e senza quella pinguedine del lavoratore della mente tanto che la nuova (e inattesa) fisicità gli consente anche qualche inseguimento e un corpo a corpo.
Insomma Branagh per mettere la sua firma alla nuova versione si prende qualche licenza artistica, si focalizza sull'investigatore, rivede e sacrifica i personaggi, inserisce un po' di azione e ci diletta con dei paesaggi tanto belli quanto falsi. Ma questo serve a rendere il film più interessante?
Data per scontata l'immortalità della trama della Christie e il suo sviluppo, la nuova opera non aggiunge nulla di più, anzi forse sottrae, quando andiamo a fare il confronto con l'opera di Lumet del '74, che appariva più corale e con i caratteri che emergevano più distintamente. Insomma: qualche scelta discutibile che non necessariamente eleva la qualità del prodotto.
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