Regia di Rezo Gigineishvili vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2017 - SELEZIONE UFFICIALE
L'Occidente che diventa l'emblema della libertà di espressione, d'azione, la quintessenza dell'abbattimento delle barriere che da sempre costituiscono l'ostacolo più odioso e castrante di chi sogna di poter evadere dai vincoli di un regime che non si è scelto, ma risulta imposto.
Alcuni giovani appartenenti all'alta borghesia georgiana, vessati dalal chiusura, in pieni anni '80, delle frontiere con ogni paese al di fuori del proprio angusto e limitato territorio, sognano "l'America" e la libertà progettando una famigerata azione armata da esercitarsi tramite il dirottamento di un volo aereo nazionale: territorio di arrivo come prima meta è la Turchia, base di partenza per la loro agognata "conquista dell'West".
Da un sanguinoso atto terroristico accaduto in quesgli anni, il regista georgiano Rezo Gigineishvili dà forma ad un thriller che si prende molto (anche troppo) tempo a ricostruire il clima soffocante che circonda una gioventù esuberante e insofferente, arrivando finalmente a riprodurre, in modo molto particolareggiato, efferato e concitato, qulla maledetta azione che costò la vita ad innocenti ed attentatori, con una esclation sanguinosa da mattanza pulp.
peccato appunto che i lregista, meticolosissimo nella ricostruzione d'ambiente e nei particolari più definiti del periodo, persa eccessivo tempo a descriverci usanze e tradizioni popolari attraverso la celebrazione di feste e rituali familiari certamente molto ben calati nella tradizione, ma forse anche troppo specifici per continuare a tener desta l'attenzione.
Più efficace forse sarebbe stato concentrarsi a descrivere, senza eccessivi fuorvianti complicazioni di dettagli, sulla situazione politica e sul vincolo di una impossibilità di varcare le sogli dei confino che diventa davvero un grave attentato alle libertà inalienabili riservate ed assicurate da un governo a base democratica.
Ma quando la vicenda si concentra sull'azione, il film si fa potente e il ritmo e la drammaticità della situazione risultano davvero pregnanti, potenti, di gran carattere.
Buono l'apporto attoriale conferito al film dai validi spesso giovani interpreti, dai bei volti interessanti e fotogenici, a noi per forza di cose per lo più sconosciuti: perfetti a rendere una gioventù che pensa e non può accettare di restare in silenzio di fronte ad una costrizione che diventa una forma di prigionia, qualcosa che lo fa pensare oltre i bei momentoi trascorsi insieme in goliardia in spiaggia a divertirsi con la spensieratezza naturale che sol ola giovinezza sa ispirare così bene.
Un film che riflette intelligentemente sul concetto dualistico del termine "ostaggio", e che si sforza di non giudicare mai, nè tantomeno colpevolizzare, denunciando uno stato di insofferenza legittimo, come pure il compimento di un'azione che rimane a tutti gli effetti sconsiderata e condannabile. Come condannabile è pure l'atteggiamento della base ufficiale governativa nel voler eliminare dal ricordo ogn itraccia degli attentatori sopravvissuti e giustiziati, tenuti nascolti nella sepoltura persino ai propri parenti più cari.
Come a rimarcare ancoira una volta una verità inconfutabile e nota, ovvero che la libertà è condizione di vita, e la sua mancanza genera frustrazione, reazione, lotta e persecuzione, e quindi odio e morte senza soluzione e senza via d'uscita.
Uno dei film più forti, politici ed impegnati della festa romana 2017.
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