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Hostages

Regia di Rezo Gigineishvili vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Hostages

di alan smithee
7 stelle

locandina

Hostages (2017): locandina

FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2017 - SELEZIONE UFFICIALE

L'Occidente che diventa l'emblema della libertà di espressione, d'azione, la quintessenza dell'abbattimento delle barriere che da sempre costituiscono l'ostacolo più odioso e castrante di chi sogna di poter evadere dai vincoli di un regime che non si è scelto, ma risulta imposto.

Alcuni giovani appartenenti all'alta borghesia georgiana, vessati dalal chiusura, in pieni anni '80, delle frontiere con ogni paese al di fuori del proprio angusto e limitato territorio, sognano "l'America" e la libertà progettando una famigerata azione armata da esercitarsi tramite il dirottamento di un volo aereo nazionale: territorio di arrivo come prima meta è la Turchia, base di partenza per la loro agognata "conquista dell'West".

scena

Hostages (2017): scena

scena

Hostages (2017): scena

Da un sanguinoso atto terroristico accaduto in quesgli anni, il regista georgiano Rezo Gigineishvili dà forma ad un thriller che si prende molto (anche troppo) tempo a ricostruire il clima soffocante che circonda una gioventù esuberante e insofferente, arrivando finalmente a riprodurre, in modo molto particolareggiato, efferato e concitato, qulla maledetta azione che costò la vita ad innocenti ed attentatori, con una esclation sanguinosa da mattanza pulp.

peccato appunto che i lregista, meticolosissimo nella ricostruzione d'ambiente e nei particolari più definiti del periodo, persa eccessivo tempo a descriverci usanze e tradizioni popolari attraverso la celebrazione di feste e rituali familiari certamente molto ben calati nella tradizione, ma forse anche troppo specifici per continuare a tener desta l'attenzione.

Più efficace forse sarebbe stato concentrarsi a descrivere, senza eccessivi fuorvianti complicazioni di dettagli, sulla situazione politica e sul vincolo di una impossibilità di varcare le sogli dei confino che diventa davvero un grave attentato alle libertà inalienabili riservate ed assicurate da un governo a base democratica.

Irakli Kvirikadze

Hostages (2017): Irakli Kvirikadze

scena

Hostages (2017): scena

Ma quando la vicenda si concentra sull'azione, il film si fa potente e il ritmo e la drammaticità della situazione risultano davvero pregnanti, potenti, di gran carattere.

Buono l'apporto attoriale conferito al film dai validi spesso giovani interpreti, dai bei volti interessanti e fotogenici, a noi per forza di cose per lo più sconosciuti: perfetti a rendere una gioventù che pensa e non può accettare di restare in silenzio di fronte ad una costrizione che diventa una forma di prigionia, qualcosa che lo fa pensare oltre i bei momentoi trascorsi insieme in goliardia in spiaggia a divertirsi con la spensieratezza naturale che sol ola giovinezza sa ispirare così bene.

Un film che riflette intelligentemente sul concetto dualistico del termine "ostaggio", e che si sforza di non giudicare mai, nè tantomeno colpevolizzare, denunciando uno stato di insofferenza legittimo, come pure il compimento di un'azione che rimane a tutti gli effetti sconsiderata e condannabile. Come condannabile è pure l'atteggiamento della base ufficiale governativa nel voler eliminare dal ricordo ogn itraccia degli attentatori sopravvissuti e giustiziati, tenuti nascolti nella sepoltura persino ai propri parenti più cari.

Come a rimarcare ancoira una volta una verità inconfutabile e nota, ovvero che la libertà è condizione di vita, e la sua mancanza genera frustrazione, reazione, lotta e persecuzione, e quindi odio e morte senza soluzione e senza via d'uscita.

Uno dei film più forti, politici ed impegnati della festa romana 2017.

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