Regia di Ferenc Török vedi scheda film
All'inizio la scelta del bianco e nero di questo film ungherese non mi aveva del tutto convinto, quasi una scorciatoia visiva scontata e prevedibile. Tuttavia, nel perfetto incastro di tensione e cupezza che avvolge l'intera vicenda, e complice anche un'ottima fotografia, va dato atto che ha un effetto moltiplicatore del disagio raccontato da una storia che gà di per sè è di grande impatto emotivo. L'arrivo in uno sperduto villaggio ungherese, al termine della Seconda Guerra Mondiale, di due misteriosi ebrei con due casse di cui non si conosce il contenuto, scatenerà nella popolazione locale prima il sospetto e poi la paura che sia una resa dei conti dopo le delazioni che hanno provocato la deportazione di una famiglia del luogo. Il meccanismo funziona come un orologio di precisione, e la tensione farà cadere come birilli tutte le complicità e le ipocrisie dei notabili locali, manderà all'aria matrimoni, provocherà altri lutti. Così, quando i due ebrei si allontaneranno come le nuvole di un temporale ormai privo di energia, nel villaggio l'ordine sarà sovvertito e nulla sarà più come prima. un film che descrive ottimamente e senza tanti fronzoli le scorie infinite del dopo Olocausto.
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