Regia di Ferenc Török vedi scheda film
Attraverso il genere (l'attesa western, la claustrofobia hitchcockiana), il racconto di come l'avidità prima uccide l'anima e poi le persone.
Attraverso il genere (l'attesa alla stazione è Leone, la claustrofobia hitchcockiana incrociata a 'Mezzogiorno di fuoco'), il racconto di come l'avidità - quasi tutti i personaggi sono mossi dal desiderio della 'roba' - prima uccide l'anima e poi le persone.
L'arrivo di due ebrei in un villaggio ungherese fa riemergere le vicende legate all'Olocausto: come angeli della morte, il loro muto camminare per le strade condanna senza parole e le dinamiche fra coloro che dalla deportazione avevano guadagnato saltano minate dai sensi di colpa.
Senza la potenza de 'Il figlio di Saul', ma una riuscita visione dell'argomento da una diversa prospettiva.
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