Regia di Eduardo Casanova vedi scheda film
Estremo e tagliente
Il film più estremo ( e strano) presentato all'ultima Berlinale, opera prima dello spagnolo Eduardo Casanova, si mostra come una feroce ed esplicita critica sociale nei confronti dell'importanza che si attribuisce all'aspetto estetico, più decisivo nei rapporti di un qualsiasi comportamento o sentimento. Ciò viene applicato attraverso delle storie collegate tra loro che si susseguono alternandosi, quindi non autoconclusive: l'intreccio comincia nel 2000, anno in cui un uomo, mentre la moglie gli annuncia al telefono di aver appena dato alla luce il figlio, discute con la padrona di un bordello particolare, dato che ha un feticismo nei confronti delle persone deformate. 17 anni dopo vengono raccontate altre storie aventi sempre come comune denominatore e come fulcro la pelle: infatti c'è una povera giovane che si ritrova l'ano al posto della bocca, costretta a sopportare le terribili conseguenze mentre passeggia nel profondo desiderio di possedere un aspetto "normale; un diciassettenne che non riconosce come appartenenti al suo corpo le gambe, tentando in ogni modo di amputarsele, sull'esempio delle sirene, poiché a detta sua loro sono felici; una donna affetta da microsomia che vuole semplicemente un figlio, dimostrando che il senso della sua vita di sicuro non sia essere apprezzata dagli altri perché indossa il costume di un personaggio per bambini, ovvero una pelle non sua; una coppia col viso diverso dagli altri che comprenderà che la felicità non è la loro convivenza ma il perseguimento dei propri sogni e progressivamente saranno consci dell'inutilità e della forzatura del loro rapporto, messo a dura prova anche da un pretendente di lei; una prostituta cieca alla ricerca di chi metterà in secondo piano l'amplesso e impari a conoscerla e ad apprezzarla come persona, e non come oggetto. I protagonisti appartengono a quella categoria del monstrum inteso sia come "diverso" sia come "bestia" nel senso letterale del termine, dato che vengono inseguiti o per essere derisi, o come mero oggetto (economico/sessuale), oppure da malati, opposti a loro, deformati interiormente, non esteriormente. Casanova riesce a costruire un impianto narrativo molto efficace attraverso un grande ritmo e dialoghi interessanti e magnetici, grazie anche agli attori, che ci introducono in un mondo solo apparentemente pulito e ordinato, ma in realtà sporco e crudo; infatti mentre la scenografia è molto rosa, risultando molto graziosa, le situazioni sono piene di eccessi, tra scene di nudo e di sesso e anche un'evacuazione, nonché un trucco molto realistico, ma soprattutto sono tristi e in molti momenti commoventi, facendo immmedesimare lo spettatore nelle vite dei personaggi, a tal punto da indurlo a chiedersi se il suicidio sia l'unica via d'uscita da una vita così sfortunata. Per fortuna alla fine il regista mostra il suo lato ottimista, prendendoci in giro facendo pensare a dei brutti finali. Alla fine dunque il messaggio è profondo ed è rivolto a chiunque pensi che sia stato sfortunato in qualcosa. Solo alla morte non c'è rimedio, sembra volerci comunicare.
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Recensione eccezionale! L'ho visto poco fa, ed è straordinario. Il fatto che sia stato trattato male, è per la sua volgarità, giustificata dal fatto di dover rappresentare immagini che, purtroppo, esistono al mondo, e anche perché vuole narrarle. Difatti, quando uscì il trailer tutti dissero "ma cos'è questa roba?" e giudicarono. Ed è questo ciò che il film vuole distruggere: il pregiudizio. Vuole introdurre anche il senso di desiderio nei confronti dei personaggi, ad esempio il diciassettenne che vuole essere senza gambe, o l'uomo che vuole ricostruirsi la faccia. Elementi che riescono ad avere un fine, una coerenza, una logica all'interno del film, che già di per sé parla da solo. Devo ammettere, non vorrei sbagliarmi, che questo sia uno dei pochi film che vuole sfondare, in termine di severità, nel mondo del cinema (visto che si parla del primo film di un regista emergente). Perché gli argomenti nel film vengono trattati in modo cruento, spinto, ma giustificato. Che dire.. ottimo!
Ti ringrazio Andrea. Siamo d'accordo: Casanova ha fatto un esordio fenomenale e Ilaria Feole lo ha addirittura definito il figlio degenere di John Waters e Wes Anderson. L'eccesso secondo me è spesso utile a far rimanere impresso il film e quindi il suo messaggio (vedi Pasolini), ovvero che chi lo guarda è molto fortunato. Speriamo che le piattaforme di streaming più frequentate riescano a diffondere maggiormente questo tipo di cinema lontano dagli standard a cui siamo abituati. Saluti:)
Un film coraggioso e disturbante. Sulla schiavitù dei corpi e la libertà dei sentimenti. Bella analisi, ciao.
Grazie Giuseppe. Hai ragione, Casanova sembra volerci dire che anche le persone esteriormente deformi hanno dei sentimenti e quella diversità è un muro, un ostacolo in qualsiasi rapporto sociale. Saluti:)
Un soggetto che certo sarebbe piaciuto al nostro Marco Ferreri, da sempre interessato alle epidermiche manifestazioni dei sentimenti umani. Ciao!
Ciao Maurizio. Eh sì, una "grande abbuffata" di sentimenti;)
Accidenti, Che Film allucinante! Da come lo descrivi, Ne pare molto la pena di visionarlo.
Lo vedrò sicuramente il più presto possibile.
Ottima recensione.
(In ogni caso, Questo PELLE è tratto da un altro cortrometraggio, Di cui ora non ricordo sfortunatamente il nome, Con la stessa tematica...... Sempre diretto guarda caso, Da Casanova!) :-)
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