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L'apparizione

Regia di Xavier Giannoli vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su L'apparizione

di alan smithee
5 stelle

CINEMA OLTRECONFINE

Un noto reporter di guerra, appena tornato in patria dopo esser stato vittima di un attentato in Syria ove ha perso la vita il suo collega fotografo di molte altre missioni, restituendolo alla cita civile con una grave lesione uditiva, e disturbi psicologici annessi e connessi, viene un giorno contattato dal Vaticano, ed incaricato di recarsi in loco per un contatto dai contenuti estremamente riservati.

A Jacques, agnostico da sempre, e assai riluttante per essere stato scelto a far parte della commissione, viene dato compito di valutare, assieme ad altri esperti, lo stato mentale, psicologico e comportamentale di una ragazzina che, in un luogo montano della Francia, ritiene di essere stata testimone, per ben due volte, di una apparizione mariana.

Un fenomeno che, con il beneplacito del parroco della zona, in buona fede ma anche propenso alla credulità meno smaliziata, sta trasformando quel posto dimenticato dal mondo, in un luogo di peregrinaggio tra i più visitati dopo Lourdes e gli altri famosi ed accertati casi di apparizioni mistiche.

Le indagini mettono Jacques in contrasto con molti tra i membri della commissione, ma invece legano in modo preferenziale la ragazzina all’uomo, rude e titubante, ma dall’atteggiamento quasi paterno.

Nonostante le difficoltà, gravi indizi e novità scabrose verranno a galla sul passato segreto della ragazza, e la verità, per quanto solo intuita, sarà ben diversa da quello che si vorrebbe per davvero fossero le apparenze. Una crisi interiore che acuirà il disagio dell’uomo, e provocherà nella giovane, in qualche modo in buona fede, una esigenza di espiazione dalle conseguenze fatali.

Al suo ottavo appuntamento registico, il valido cineasta Xavier Giannoli (in Italia noto soprattutto per il recente Marguerite) insiste sulla tematica sino ad ora a lui più cara: quella di raccontarci e descriverci figure di abili menzogneri, visti anche dal loro stesso lato introspettivo che li vede agire in qualche modo in buona fede, al servizio di una chiamata o di una consapevolezza che li lascia, spesso inconsapevolmente, al di fuori della realtà o della verità dei fatti.

L’ambiente in cui Giannoli si inserisce non è dei più semplici da raccontare, tanto meno cinematograficamente, se si vuole evitare di cadere nelle trappole più insidiose che vedrebbero bene una rappresentazione sopra le righe e caricaturale della realtà vaticana, come dei dogmi inerenti il fenomeno mistico dell’apparizione.

Giannoli tuttavia riesce a concentrarsi sulla persone, anzi su i due antagonisti, la fede che non ammette spiegazioni da una parte, e la razionalità arida che tuttavia ha bisogno di verità matematiche o tattili per poter confutare ciò che non trova apparente spiegazione concreta.

E la coppia mai così inconciliabile formata da un ruvido ma accorato Vincent Lindon e da una tenera e tutta occhi spalancati con grazia e dolcezza rappresentata dalla brava Galatea Bellugi (quest’ultima vista di recente nel sequel de Il ragazzo invisibile, di Salvatores), finisce per costituire la vera forza di un film che dà molto spazio (e capitoli, almeno 4 su 6) alle premesse, per poi doversi concentrare frettolosamente su situazioni da thriller che risultano davvero troppo poco plausibili per essere accettate senza lasciare perplessità e dubbi nello spettatore.

Un film complesso, a volte indecifrabile, specie se visto, come accaduto, in v.o. in sala senza alcun sottotitolo, con Lindon spesso incomprensibile nel suo costante borbottio spesso mentalmente intraducibile se non si conosce così a fondo l’idioma locale.

Con qualche ostentazione di effetti un po’ ardita ed inopportuna, se non manierata (come i voli di piume nel convento nel momento cruciale ove la verità pare almeno in parte venire a galla, proprio laddove la ragazzina aiuta gratuitamente le suore a confezionare piumini e coperte, in cambio di vitto ed accoglienza), ma anche non senza una decisa denuncia contro tendenze faziose come la mercificazione della fede e la banalizzazione televisiva e mediatica in generale (spesso a partire dalla chiesa stessa, che studia a fondo gli accadimenti da una parte, e si apre a commerci indiscriminati su altri fronti illudendo i bisognosi di aiuto) di fenomeni a prima vista inspiegabili che andrebbero invero trattati e osservati con un diverso approccio e stile di valutazione.

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