Regia di Ruben Östlund vedi scheda film
In un film che vede protagonista un curatore di un museo svedese di arte contemporanea, anche la regia di Ostlund si adegua, diventando ancora più geometrica e di design rispetto a "Forza Maggiore", il film precedente, molto più riuscito. Detto ciò, in mezzo a questo labirinto di grandi stanze, grandi vuoti, cerchi, quadrati, spirali di scale, piazza Christian, un uomo di potere e di comando, d'alta borghesia, attorno al quale ruotano, per due ore e mezza decisamente estenuanti, tutta una serie di vicende apparentemente slegate l'una con l'altra. Un film difficile sia da vedere che da recensire, una riflessione sulla società svedese (europea?), sullo scollamento fra il mondo dei ricchi e quello dei poveri, che trova il suo momento topico nella scena più bella del film, quella del pranzo di gala con performance "creativa" aggiunta, minuti che da soli valgono la visione del film. Ma qui e là, con un ingranaggio misterioso, in bilico fra il grottesco e il drammatico, "The Square" incuriosisce, s'intuisce che prima o poi sarà in grado di sorprenderci. Si aspetta una svolta vera e propria che non arriva mai e così si giunge alla fine, e come per "Forza Maggiore", ognuno rimane con la propria idea su quello che ha appena visto. Un'opera di performance creativa, pur anche? Una pellicola affascinante, girata benissimo, ma eccessivamente intellettualoide, alta, che non riesce mai a liberarsi di una fastidiosa sensazione di pura estetica. Premiato con la Palma d'Oro a Cannes 2017, un premio che trovo veramente azzardato. Ostlund rimane comunque un regista molto interessante e originale.
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